Sicula Leonzio – Video Tribute
Il bianco e il nero, non fa mistero, evocano i colori della “vecchia signora”. Un paragone che ha accompagnato una delle piazze calcistiche più blasonate del calcio siciliano al club più titolato d’Italia.
Una vita di bianco e di nero per la Leonzio, “la vecchia signora del calcio siciliano” che quest’anno ha spento le sue 110 candeline prendendo parte per l’undicesima volta ad un campionato a tinte professionistiche.
Una delle storie senz’altro più importanti e ricche di tradizione del nostro calcio che tutt’oggi prosegue il proprio fervido racconto grazie all’impegno di un giovanissimo ed ambizioso Presidente, quel Giuseppe Leonardi che ben 7 anni fa decise di riportare nuovamente in auge il calcio a Lentini. Scottata dai continui sali e scendi, dall’impegno non sempre continuo delle gestioni che hanno caratterizzato il calcio lentinese, il tifo bianconero inizialmente tiepido non può che innamorarsi passo dopo passo, vittoria dopo vittoria, riempiendo i gradoni dell’Angelino Nobile che in appena 3 anni conosce ben 3 successi: nel 2015 sotto la guida di Pierpaolo Alderisi i bianconeri dominano il campionato di Promozione, l’anno a seguire agli ordini di Seby Catania la Sicula trionfa a Pisticci replicando il successo in campo nazionale. Non c’è due senza tre e per la Leonzio il 2017 è l’anno dei record. I bianconeri, guidati da Ciccio Cozza, staccano il pass per la serie C riportando Lentini dopo 23 anni nell’elite del calcio professionistico.
Una magnifica storia partita dal basso. Ma che vive anche i suoi momenti più delicati e difficili. Non tutte rose e fiori per la Sicula Leonzio che al suo primo anno di serie C deve traslocare per 6 mesi lontano dai propri affetti salvo poi concludere la propria cavalcata al 10° posto contro quel Cosenza che nella prima gara Play Off ribalta l’iniziale gol bianconero.
Le vittorie, anche schiaccianti del dilettantismo, non vengono subito replicate anche tra i professionisti. La Sicula Leonzio, anche l’anno a seguire dopo qualche balbettio, raggiunge una comoda salvezza e getta le basi per il suo terzo anno consecutivo di serie C.
La crisi del settimo anno è però alle porte e per i bianconeri l’inizio non è certo dei più graffianti.
La prima vittoria deve attendere ben 7 turni e arriva tra le mura amiche contro il Bisceglie, complice anche un calendario impervio e caratterizzato dalle sfide contro Bari all’esordio, Ternana, Catanzaro e Potenza, tutte accreditate per il salto di categoria.
La crisi non conosce misure e il “Sicula Trasporti Stadium”, fino ad allora roccaforte bianconera, diventa suo malgrado terra di conquista straniera. La sconfitta interna contro il Rieti e la successiva sconfitta al “Lorenzon” contro il Rende determinano il primo scossone. A saltare è la panchina di Vito Grieco. La squadra passa al tecnico Giovanni Bucaro al quale viene chiesto di invertire un trend deficitario in termini di punti.
I bianconeri alternano qualche buona prova come la vittoria casalinga contro la Cavese ma la vittoria contro i blue foncè si rivela un fuoco di paglia e la sconfitta interna per 7-2 maturata per mano della Vibonese si rivela un groppone duro da digerire.
Che la stagione non sia delle più fortunate lo si evince anche negli episodi. Contro la Reggina, capolista indisturbata e destinata al salto di categoria, l’iniziale vantaggio viene ribaltato e gli uomini di Bucaro al 97’ subiscono l’1-2 di Reginaldo che vale un nuovo KO.
Le vacanze natalizie scorrono, da ultimi in classifica, ma evidentemente riservano sotto l’albero la magia e quel colpo in canna tipico di chi ha pelle dura.
Con il mercato di riparazione alle porte tutto il sodalizio bianconero si rimbocca le maniche e per il Direttore Sportivo Davide Mignemi scocca l’ora di correre ai ripari. Alla corte bianconera approdano Bucolo, Catania, Lia, Bachini, Adamonis, Ferrara, Fasan e Provenzano. Otto sono gli acquisti, nove sono le cessioni. A Lentini è pronta la rivoluzione pur di mantenere la categoria e sparigliare le carte dal mazzo. La risposta del campo è freddina e a far precipitare l’umore è il KO interno contro il Teramo che induce il club a sollevare il tecnico Bucaro dall’incarico e richiamare Grieco per il suo secondo mandato in bianconero.
La sconfitta di misura al “San Nicola” lancia i primi messaggi positivi all’ambiente che prende consapevolezza e slancio con i primi risultati positivi. Dalle trasferte di Pagani e Terni arrivano preziose conferme, che poi vengono tradotte in vittorie decisive e autoritarie nelle 6 partite a seguire.
La Sicula diventa on fire contro il Potenza di Giuseppe Raffaele battuto per 4-1. Vittorie che sanno di ritrovata autostima e di grande autorevolezza. I bianconeri si riscoprono corsari in terra pugliese sbancando Monopoli e Bisceglie, e con i 6 punti infilati contro Rieti e Rende si portano a 29 punti, quart’ultimi ma con un vantaggio di 9 lunghezze sul Bisceglie che, di fatto, significherebbero salvezza aritmetica a 8 turni dalla fine della Regular Season. Emblema della rinascita bianconera è il centravanti Facundo Lescano che realizzando 6 reti nelle ultime 5 partite, raggiunge quota 11 centri stagionali e il 5°posto nella classifica bomber del girone C di serie C.
Per il club bianconero, che resta alla finestra per l’ufficiale conclusione della stagione, il terzo anno consecutivo tra i Pro lo possiamo considerare un anno di grande formazione e allo stesso tempo di grandi conferme. Perché, ancora una volta, se il campo ha singhiozzato, la solidità del progetto parla bianconero, uno tra i pochi superstiti del nostro calcio siciliano alla ricerca di programmazione e continuità.