Paternò Calcio – Video Tribute
Volli, volli, fortissimamente volli! Non c’è altra volontà che il Paternò Calcio potesse desiderare così tanto alla vigilia di una stagione ai posteri difficilmente da dimenticare.
Nell’annata che ha di fatto consacrato l’unione di tutte le componenti essenziali per poter vincere, la società del Presidente Ivan Mazzamuto ha messo d’accordo tutti, a partire dai propri tifosi, tornati ad assiepare in ogni ordine di posto i gradoni del “Falcone Borsellino” rigoglioso come ai vecchi tempi, quando il Paternò, allora di Marcello Lo Bue, incantava ed esprimeva il gioco più bello ed arioso d’Europa con alla guida mister Pasquale Marino.
Ma se il tifo rossazzurro ha rappresentato il dodicesimo uomo in campo, società, tecnici e giocatori, hanno superato ogni ostacolo possibile.
Come al pronti e via, dopo appena 3 giorni di ritiro, quando l’esperto tecnico palermitano Andrea Pensabene, dopo aver incassato la fiducia estiva, si dimise dall’incarico lasciando al collega Pippo Strano la conduzione tecnica di un gruppo che vola in vetta alla classifica e avanti in Coppa Italia.
Un matrimonio, quello tra Pippo Strano e il club rossazzurro, che si interrompe sul più bello. Le divergenze non permettono la prosecuzione del rapporto e quindi il club è chiamato ad una decisione tempestiva e immediata. E’ li che il Paternò, chiamato al passo falso, non sbaglia un colpo. Alla guida subentra Gaetano Catalano e con il tecnico mamertino poche nubi all’orizzonte, 11 vittorie, solo 2 pareggi e nessuna sconfitta. Un record che il Paternò può sbandierare: l’unica compagine dalla serie A alla massima categoria dilettantistica imbattuta tra campionato e Coppa Italia.
Record che fa il paio con la retroguardia meno battuta dello stivale. In Eccellenza nessuno ha fatto meglio di Gabriele Ferla, autentica saracinesca e leader carismatico di un pacchetto difensivo solido e ben registrato dalla coppia di centrali Filippo Raimondi- Fabrizio Bontempo.
Appena 8 i gol a passivo e se è vero che il migliore attacco è la difesa, grandi meriti vanno riconosciuti al lavoro di filtro e di regia in mezzo al campo di due veterani quali Santo Privitera e capitan Pino Truglio.
Poi se alla solidità e all’esperienza di un grande gruppo aggiungiamo la classe e la qualità di un vero leader quale Totò Cocuzza, decisivo in fase realizzativa, si spiega la grande annata dei rossazzurri che nei momenti topici della stagione non hanno fallito un colpo vincendo tutti gli scontri diretti.
Ma proprio al momento della resa dei conti, quando i punti a disposizione iniziano a valere doppio, arriva la sospensione e la brusca interruzione. Difficile sciogliere l’enigma, se il Paternò avesse proseguito la propria sequenza di risultati utili e quindi vinto il campionato. Certo che i 7 punti di vantaggio sul Sant’Agata, con un turno di riposo da osservare da parte di Truglio & co , giocavano un sostanzioso vantaggio ma erano ugualmente significative le trasferte che il Paternò avrebbe dovuto affrontare in quel di Giarre, Rosolini e Sant’Agata unitamente alle sfide interne contro Ragusa e Carlentini.
Rebus a parte, ciò di cui siamo sicuri è che questo Paternò abbia meritato la vetta della classifica e che i se e i ma non hanno mai fatto parte della storia. L’auspicio è quello di riscrivere una nuova pagina nel massimo campionato dilettantistico, quella serie D, che vide l’ultima apparizione dei rossazzurri ben 7 anni fa. Ai posteri l’ardua sentenza, e al Comitato Regionale da sbrogliare la matassa.
di FRANCESCO CASICCI