Il ruggito di La Corte salva l’Atletico Messina: “Sono stati i miei compagni a salvare me”
“Non è nelle stelle che è conservato il nostro destino, ma in noi stessi” questo il grande insegnamento regalatoci da William Shakespare con una frase affidata ad uno dei condottieri piú valorosi della storia dell’umanità come Giulio Cesare.
Una citazione che calza a pennello anche a centinaia di anni di distanza, perchè il problema moderno non è piú quello dell'”Essere o non essere“, ma del “volere o non volere” come nel caso di Francesco La Corte, una vita trascorsa sui campi polverosi ad inseguire il goal, gonfiando le reti avversarie con le maglie dell’ACR Messina (rete all’esordio per lui in Serie D con la squadra della sua città), Atletico Messina, Città di Messina, Milazzo, Torregrotta, Acireale.
Classe 1993, dal fisico imponente e dallo spiccato senso del goal ha deciso di rimettersi in gioco a quasi due anni di distanza dall’ultima volta che indossó gli scarpini, l’obiettivo finale era chiaro fin da subito, siglare il goal salvezza con la maglia della squadra che maggiormente ha creduto in lui, quell’Atletico Messina che ha detta sua “rappresenta una seconda famiglia“.
I treni per regalarsi una carriera piú fortunata sono passati già da tempo “Il calcio mi ha dato decisamente di piú di quanto io non gli abbia restituito”, ma era rimasta ancora un’ultima fermata, un’ultima scommessa da vincere.
Nata quasi per scherzo, una idea che potrebbe sembrare folle a molti, ma che alla fine ha dato ragione al diretto interessato “Ho trascorso due mesi pensando esclusivamente a quella partita, gli spezzoni di gara erano solo per riprendere confidenza con il campo”, e poi quando la data del playout è stata ufficializzata e l’avversario reso noto, non restava che cerchiarla in rosso.
20 aprile 2024, stadio Riccardo Caldarera di Sant’Angelo di Brolo, avversaria la Santangiolese al quale bastava la vittoria o il pareggio entro i tempi supplementari per garantirsi un posto nel prossimo campionato di promozione siciliana. All’Atletico Messina non restava allora che affidarsi al proprio bomber “Sapevo che mi si sarebbe presentata l’occasione e quando dopo 4′ ho calciato per la prima volta in porta li ho detto è fatta, oggi ci salviamo”.
Ne trascorreranno altri 75′ nel cronometro, e l’occasione è di quelle ghiotte, Cuscinà lancia un pallone nemmeno troppo pretenzioso in profondità, La Corte vi si avventa con la famelicità di chi sa che non ci sarà un’ulteriore occasione, quattro passi in avanti, la porta non c’era nemmeno bisogno di guardarla per chi ha il fiuto del goal nel sangue, destro secco e poi il ruggito, il boato degli amici, 0 a 1 La Corte. L’Atletico Messina è salvo, perchè “Non è nelle stelle che è conservato il nostro destino, ma in noi stessi”