Sulle orme di papà: ecco chi sono i “nostri” figli d’arte
Federico Chiesa, almeno attualmente, ne è l’esponente più fulgido. L’esterno della Juventus gioca defilato rispetto alla porta e a Enrico, ma ha dinamismo, corsa e qualità per spaccare le partite, esattamente come faceva papà. Generazione di calciatori, con il sogno segreto di scavalcare i predecessori e sbarazzarsi in fretta di accostamenti ed etichette spesso pesanti. Maglia azzurra, esordio in Champions e in A, rigorosamente in ordine cronologico. A Nicolò Zaniolo sono bastati un paio d’anni, ginocchia a parte, per superare Igor, protagonista a cavallo del millennio, soprattutto in B, dove col Messina ha contribuito a una storica promozione in massima Serie.
Manolo Portanova per trovare spazio e occasioni ha, invece, imboccato l’autostrada e cambiato divisa, dalla Juventus al Genoa: qui Daniele, prima di lui, era stato difensore centrale, capitano e simbolo, emblema luminoso del club più antico d’Italia. Sotto la Lanterna ci è passato anche Giovanni Simeone, ora a Cagliari, che rispetto a papà, forse, vede meglio la porta, ma inevitabilmente paga qualcosa in termini di personalità.
Della dinastia Maldini si è sviscerato ogni particolare: Cesare, poi Paolo, adesso Daniel e Christian, uno rossonero, l’altro in forza alla Pro Sesto. Proprio in Lega Pro, scherzi del destino, ha incrociato Francesco Renzi erede dell’ex premier Matteo, che alla politica ha evidentemente preferito il pallone.
Storie da Girone A, mentre nel B la copertina della settimana se la prende di forza Andrea Signorini, figlio di Gianluca, bandiera del Genoa capace nel 1992, prima italiana, di espugnare Anfield. A sconfiggerlo non furono gli avversari, ma la Sla. Una malattia terribile e vigliacca lo portò via nel 2002, al culmine di atroci sofferenze. Nel giorno in cui avrebbe compiuto 61 anni, Andrea, difensore centrale del Gubbio, decide con una doppietta il derby umbro col Perugia. Giusto per rendere l’idea dell’impresa, l’ultima volta era successo nella stagione 1947/1948. Provate voi a spiegare la magia.
Scorrendo le categorie, la sostanza non cambia e nel raggruppamento D di quarta Serie, Gianluca Rizzitelli segna per la Marignanese Cattolica. Sei gol fin qui e il tempo a dire se basteranno a centrare la salvezza. Vanno meglio le cose per Mattia Lucarelli, terzino sinistro, per caratteristiche tecniche più simile allo zio Alessandro che al papà Cristiano. La sua Pro Livorno bazzica, infatti, stabilmente nei quartieri nobili della classifica. Nel Girone E, Christian Balli, classe 2002, difende la porta del San Donato Tavarnelle, troppo facile dire da chi ne abbia preso. Stessa annata per Marcello Mascara, attaccante del Troina allenato da Beppe.
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Sempre nel Girone I, la Cittanovese, partita con velleità importanti e ritrovatasi a lottare per non retrocedere, nell’ultimo mercato ha blindato il ’97 Christian Silenzi: al suo fiuto da bomber ci si aggrappa per scacciare gli incubi. All’Acr Messina, dove il padre ha giocato cinque anni e vinto due campionati, è maturo il turno di Matteo Bellopede. Nel Lazio come in Sicilia, Tiziano Bonanno e Nicholas Muzzi attendono con identica ansia la ripartenza, oggettivamente complicata, del torneo di Promozione. In campo, invece è tornato Gabriele Torino, figlio di Vittorio e sinistro raffinato dell’Under16 bolognese. La sua doppietta al Pescara profuma di nostalgia e sa di deja vu. Dirige l’incontro Giovanni Ayroldi, indovinate cosa faceva il papà?