Serie C, Messina: il mese di ottobre ti dirà chi sei
Al netto delle vicende extracampo e di una crisi societaria/ambientale sempre più netta, le prossime settimane ci daranno un quadro ben delineato della reale dimensione dei giallorossi.
Parlare di campo e provare a concentrarsi solo sull’ambito sportivo. Sembra davvero un paradosso trattandosi di calcio ma, alle latitudini dello stretto, il rettangolo verde passa costantemente in secondo piano negli ultimi anni. La vigilia del primo weekend del mese di ottobre è stata scossa, infatti, dall’ennesima notizia riguardante la società. Con un lungo comunicato stampa, Pippo Trimarchi ha annunciato le sue dimissioni dalla carica di Direttore Generale. Una scelta ben motivata nel suo virgolettato a circa un mese dalla nomina che aveva, di per sé, destato parecchie perplessità non tanto per le qualità professionali e umane quanta per la totale assenza d’esperienza nel mondo del calcio professionistico. Si chiude questo capitolo, quindi, e non vogliamo dilungarci ulteriormente perché per una volta vorremmo anche tornare ad analizzare di aspetti tecnici e tattici. Una piccola chiosa però questa ennesima vicenda la merita: come mai dalla società non arriva alcuna comunicazione in merito? In fondo si è dimesso il direttore generale che, nel calcio, è la figura apicale subito dopo il presidente. Sicuramente nemmeno questo interrogativo riceverà risposta.
Tornando alle questioni di campo, allora, il mese di ottobre è crocevia per il Messina. Non solo perché fitto di impegni ma perché anche la stagione sta entrando nel vivo. L’avvicinamento al prossimo weekend non è stato dei migliori con la squadra che sta preparando la gara tra l’asfalto antistante il “Franco Scoglio” ed i campetti di calcio a 5 ed a 7 sparsi per la città. Sembrerebbe una barzelletta ma è la quotidiana normalità in casa biancoscudata. Saranno cinque gli impegni che attendono i ragazzi di Modica. Calendario alla mano adesso arrivano quelle sfide contro avversari di ben altra caratura rispetto a quelli affrontati fino ad ora. Benevento, Trapani, Monopoli, Avellino e Cavese. Di queste sicuramente solo l’ultima rappresenta, in questo momento, un’avversaria diretta per l’obiettivo salvezza. Tuttavia la gara contro i campani arriverà dopo un poker di partite che mettono i brividi. E’ vero ogni gara fa storia a se stante ma è altrettanto lampante come adesso i valori stanno venendo fuori.
Lo abbiamo sottolineato quanto le parole di Modica, pronunciate tempo fa, potessero essere fuori luogo in merito alla terza serie considerata come una categoria fatta solo di corsa e grinta. La qualità, invece, c’è e chi ha la fortuna di averla la sfrutta al massimo. Prova ne è stata la trasferta di Picerno dove, nell’ultimo quarto d’ora, i titolari subentrati dalla panchina hanno fatto la differenza indirizzando la gara. Adesso all’orizzonte c’è il Benevento con mister Auteri che arriverà sicuramente con il “dente avvelenato”. I campani conducono il girone con la consapevolezza della loro forza ma anche una compattezza evidente. Appena cinque goal subiti, il giusto mix tra esperienza e giovani dal sicuro avvenire ed una struttura organizzativa ben precisa. Ecco al Messina servirebbe in questo momento riuscire a strappare un risultato positivo dal momento che il successo manca da inizio settembre dopo il 4-1 sul Taranto. Continuare a perdere punti per strada aggrava la classifica e fa calare, inevitabilmente, tutto l’entusiasmo di un gruppo giovanissimo.
Un altro aspetto da non sottovalutare, oltre a quello psicologico e di maturità mentale, riguarda anche la tenuta fisica. L’arma in più del Messina, ad inizio stagione, era una condizione atletica perfetta che permetteva di colpire avversari in difficoltà sotto questo punto di vista. Un’arma studiata da mister Modica e messa in campo fin da subito: purtroppo, però, ha portato in dote appena sei punti in sette giornate con tanta amarezza e rimpianti. Contano, però, i risultati al triplice fischio ed il Messina paga lacune tecniche, problematiche di sistema nei reparti e troppi errori individuali. Ad oggi non vediamo i giallorossi come una squadra destinata alla retrocessione, per molteplici aspetti, ma allo stesso tempo l’esperienza ci suggerisce quanto si viva sulle montagne russe. Il 4-1 sul Taranto aveva illuso tante persone tanto da far anche pronunciare la parola playoff. Bisogna, al contrario, mantenere la calma e costruire questa stagione passo dopo passo. Ad oggi il campo è il fattore unico, imprescindibile e fondamentale.
Per poter immaginare un futuro diverso sotto tutti i punti di vista, il primo passo è sicuramente lottare per mantenere la categoria. Certo sulla carta il calendario lascia poche speranze sul fare un certo numero di punti. Tuttavia le armi del Messina devono essere sempre le solite: cercare di tenere il campo al massimo, provare a sfruttare una migliore condizione fisica e mantenere alta la tensione e la soglia dell’attenzione per tutti i novanta minuti. Da questi aspetti passa, poi, la sfera tecnica nella quale alcuni elementi possono fare la differenza se messi nella giusta collocazione tattica.
Si parte, quindi, domenica per quella che potrebbe essere una passerella di svolta o, al contrario, un percorso tortuoso ricco di problematiche e buchi nell’acqua. Almeno sul campo, il Messina deve dimostrare di poter ancora meritare un posto nel calcio professionistico.
Ernesto Francia