Serie C, girone C: lasciate ogni speranza, o voi che entrate
Inferno o paradiso. Questo dipenderà dagli obiettivi e dalla capacità di adattarsi in fretta al tasso tecnico che la nuova categoria impone. In attesa di scrivere la parola fine sul campionato di Serie D, Messina ha già prenotato un posto tra i professionisti e, geografia alla mano, tra le compagini del Girone C. Acr o Fc, comunque vada a finire, il calcio peloritano si riaffaccia, a quattro anni di distanza dall’ultima volta, nel raggruppamento meridionale, dove a farla da padrone sono blasone e tradizione. La Ternana dei record guidata da Cristiano Lucarelli ha strapazzato le concorrenti e volando in cadetteria non ha scalfito di un millimetro il pedigree di un torneo, in cui gli anni di serie A sono da tempo una triste costante.
Anche i play-off, incoronando l’Alessandria, hanno rimandato il sogno promozione delle nobili decadute alla prossima stagione, lasciandone intatto il fascino. In prima fila, tra le pretendenti al grande salto, ci sarà il Bari targato De Laurentis che, a fronte di spese folli, non è ancora riuscito a trovare la quadra del cerchio. Il Pescara, fresco di retrocessione, cerca l’immediato riscatto, ma prima ancora di capire dove finirà. Se è vero, infatti, che il Teramo, altra abruzzese, lo scorso anno era nel raggruppamento C, insistenti sono le voci per cui i biancoazzurri potrebbero essere inseriti nel girone dell’Italia centrale.
Sicuramente, poi, troveranno spazio Avellino e Catanzaro, costruite, almeno nell’ultimo periodo, per stare lassù, dove i sogni rimangono a portata di mano. Palermo, capoluogo di una Sicilia alle prese con stagioni di vacche magre, non si accontenterà di un’altra annata da comprimaria, discorso identico per il Catania, immerso nei problemi societari, ma sempre in grado di presentarsi ai nastri di partenza forte di rose all’altezza della situazione. Svanita la suggestione Tacopina è il momento dell’appello ai tifosi, con una raccolta fondi che ha l’obiettivo principale di garantire l’iscrizione alla Serie C. Il resto verrà dopo e, si augurano i supporter, sarà migliore.
Altra new entry dovrebbe essere il Cosenza del presidente Guarascio, fortemente contestato da una piazza che ha mal digerito la retrocessione dalla B e non ha perso occasione di far sentire la propria voce. La ricetta per ricucire lo strappo, manco a dirlo, sarebbe vincere subito. Ma non è scontato, anzi. Il lotto delle grandissime decadute si completa col Foggia, che il primo colpo lo ha già piazzato. In panchina i Satanelli sfoggeranno Zdenek Zeman. Per il boemo è l’ennesimo ritorno in rossonero, dopo gli anni d’oro di Baiano, Rambaudi e Signori e quelli meno brillanti, ma non avari di talento, battezzati da Sau e Insigne. Potenza, Casertana, Juve Stabia, Vibonese e Viterbese spiccano nel novero delle squadre di categoria. Compagini abituate a battagliare e soffrire, per indole affini non tanto agli orpelli quanto al fango. Chiudono il quadro Taranto e Campobasso: declinarle a neopromosse, bacheche alla mano significherebbe commettere il primo, grande errore dell’anno nuovo.
Claudio Costanzo