Sconfitte, veleni e accuse reciproche: ma a chi interessa veramente il Messina?
La sconfitta maturata contro il Crotone e le conseguenti dimissioni di mister Modica sono solo l’ultimo capitolo di una vicenda grottesca che tiene in ostaggio il Messina ed i suoi tifosi.
No, nemmeno questa settimana parleremo di calcio giocato. Ci speriamo sempre, forse in maniera utopistica, di poter analizzare le prestazioni del Messina. Non per forza vittorie, perché il calcio è materia scientifica anche in occasioni di pareggi o sconfitte. Purtroppo, però, il dodicesimo KO in campionato dei giallorossi va in archivio come numero negativo da aggiungere agli almanacchi ed alle statistiche. Sinceramente non c’è molto da dire sul monday night del “Franco Scoglio”. Da una parte c’era una grande squadra, allenata in maniera sopraffina e che lotterà sino alla fine per il ritorno in Serie B. Dall’altra c’era un gruppo di calciatori, assemblati insieme ma non amalgamati, senza punti di riferimento né guida tecnica. Lo 0-2 finale è naturale conseguenza di tutto ciò, specialmente se parli di contesti di calcio professionistico. Per la verità ringraziamo che il risultato si sia limitato solo alle due reti subite perché il divario poteva rievocare lo “splendido” pomeriggio vissuto mesi fa ad Avellino.
Chiusa questa parentesi, allora, l’interrogativo che ci siamo posti nel titolo è abbastanza forte e di impatto. Mandate in archivio 23 giornate, infatti, non c’è più spazio per le speranze ma servono i fatti, la concretezza e, soprattutto, la chiarezze. Il calciomercato è diventato uno specchietto per le allodole che ha messo da parte tutti i dubbi e le richieste di chiarimenti che la piazza si aspetta da questa nuova proprietà. In fondo non sappiamo nulla dell’AAD Invest Group né degli obiettivi futuri per il Messina. Una richiesta legittima da parte di tifosi ed addetti ai lavori che, almeno loro, hanno anche ben chiaro che l’obiettivo principale è salvare la categoria. Si sta scherzando con il fuoco e questo è evidente anche da tutto ciò che sta succedendo fuori dal rettangolo di gioco. Dopo il triplice fischio del signor Lovison, infatti, Giacomo Modica non è più l’allenatore del Messina. Esonero? No, è una parola ormai bandita in riva allo Stretto. Dimissioni, allora, questa volta senza l’aggiunta del termine abusato “irrevocabili”. Il tecnico saluta Messina con un discorso che cozza enormemente con quelli precedenti che si sono susseguiti da giugno scorso. Da una parte il famoso atto d’amore, dall’altra la denuncia che Messina ha di fatto solo il nome e niente di più. Da una parte l’assunzione di responsabilità insieme a Pavone e Costa della costruzione di una squadra non di livello, dall’altra la presa di posizione di essersi sentito “incatenato” sotto la gestione Sciotto.
Potremmo continuare ancora nel citare alcuni passaggi chiave dell’ultima conferenza di Giacomo Modica. Tuttavia appare stucchevole, in questo momento, andare a leggere tra le righe di queste dichiarazioni. Anche perché chi conosce bene le dinamiche che ruotano attorno a questa società, sa benissimo quale sia stata e sia attualmente la situazione a 360 gradi. L’unica certezza al momento, allora, è che il Messina non ha l’allenatore e che il direttore sportivo Roma oltre ad almeno altri sei innesti dovrà trovare anche un nuovo tecnico. Non una scelta scontata e banale perché il nuovo mister dovrà fare la differenza dentro e fuori dal campo.
Alla luce di tutto ciò, quindi, è bene che tutti i protagonisti chiamati in causa capiscano che la vera dignità non la possono perdere i tifosi e tutti coloro che amano questa maglia. Stiamo vivendo uno dei momenti storici più bassi per la nostra centenaria realtà calcistica. Non bastano gli annunci, i proclami, gli acquisti di calciomercato per ritrovare la normalità. Adesso serve gente che abbia forza e voglia di compiere l’ennesimo “miracolo sportivo”.
E, per favore, da qui a fine stagione lasciate perdere le parole amore, appartenenza, passione. Quelle hanno un valore sacro ed appartengono solo ai tifosi del Messina.