Milano-Sanremo: generazione di fenomeni per la Classicissima di primavera
L’unica certezza è lo spettacolo. Lo pretende il curriculum della Milano-Sanremo, lo si chiede a una Next Generation di fenomeni, capace ribaltare i canoni di un ciclismo ultimamente troppo fondato su computer e watt. Mathieu van der Poel, Wout Van Aert e Julian Alaphilippe. Impressione diffusa è che la classicissima di primavera numero 112 sia ridotta a un discorso a tre, con gli altri campioni, da Peter Sagan a Vincenzo Nibali, costretti ai margini della sceneggiatura, rinchiusi nel ruolo secondario di sparring partner. Dalla Lombardia alla Liguria, da Piazza Castello a Via Roma, saranno quasi 300 chilometri di battaglia, per onorare la prima corsa monumento di un 2021 da cui ci si attende, soprattutto, normalità.
Se il buongiorno si vede dal mattino, il rispetto delle date fissate in calendario, a tal proposito, lascia vivo il barlume della speranza. La Strade bianche, per quanto desolata nella sua medievale bellezza, ha inaugurato la stagione delle classiche e consacrato van der Poel re dello sterrato. Il suo colpo di pedale su via Santa Caterina è un gancio in faccia ai rivali sferrato su pendenze da capogiro. Messaggio chiaro, nullo lo spazio di replica: Il tricolore olandese è arrivato da solo in Piazza del Campo, dove a luglio comandano palio e cavalli, ma a marzo i nuovi fantini viaggiano rapidi su due ruote.
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Appena quattro giorni, poi la risposta. In una Tirreno-Adriatico grandi firme, Tadej Pogacar si è portato a casa il tridente, simbolo di Nettuno e del vincitore della Corsa dei due mari. Per lui la classifica generale e una tappa, agli altri ragazzi terribili il resto. Due frazioni se l’è prese Van Aert, altrettante van der Poel. Una Alaphilippe, che rispetto a quei due ha qualche anno in più e la maglia di campione del mondo sulle spalle.
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L’appuntamento ora è rimandato alle porte di Sanremo, città di fiori, musica e biciclette. All’appello della Classicissima, con riferimento al percorso storico, mancherà però il Turchino, dove una frana impedisce il transito della carovana. La sfida vera, deviazioni a parte, come tradizione vuole comincerà sulla Cipressa. Qui, chi non è interessato a un arrivo di gruppo proverà a sparigliare le carte. Qualche chilometro e toccherà al Poggio. Dalla cima è una picchiata: con venti secondi di vantaggio e un paio di condizioni favorevoli si scrive la storia e si fa l’impresa. Nibali c’è riuscito nel 2018, ultimo italiano, poi Alaphilippe e Van Aert si sono spartiti le edizioni 2019 e 2020. Un anno dopo non è cambiato nulla, i protagonisti più attesi rimangono loro.
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