Messina, rischio necessario o…calcolato?
Contro il Foggia di Zeman, il Messina subisce la seconda sconfitta consecutiva. Un KO, però, ben diverso da quello di Monopoli.
I luoghi comuni e le frasi di circostanza, in questi casi, le conosciamo tutte: “la Coppa Italia non è una priorità” seguito dal più classico “Pensiamo al campionato, in Coppa hanno giocato i ragazzini”. Frasi banali che, molto spesso, servono a mascherare o nascondere qualcosa di fin troppo evidente. Fortunatamente, in riva allo Stretto, si è tornati a parlare di calcio vero e le analisi di ogni match racchiudono sempre qualcosa di rilevante. Il Messina esce sconfitto dallo “Zaccheria” di Foggia per 2-0 nel secondo turno di Coppa Italia. Un risultato che non scandalizza né per i modi né per le tempistiche. La seconda sconfitta consecutiva nell’arco di appena tre giorni, però, si differenzia molto da quella vista in campionato in casa del Monopoli. Fortunatamente, rispetto alla trasferta campana, la sfida pugliese lascia in eredità alcuni aspetti positivi che fanno ben sperare per il futuro prossimo. Il Messina torna a casa, saluta la competizione nazionale ma lo fa con alcune certezze che possono costruire una buona base per il percorso intrapreso.
Perdere non fa mai felici o, come ha sottolineato mister Sullo, non “regala sorrisi”. Eppure il tecnico è sicuramente più confortato rispetto al KO senza alibi in campionato. Il Messina ha dato delle risposte e lo ha fatto con una formazione totalmente rimaneggiata per nove undicesimi. Due filosofie diverse quelle dei due tecnici: da un lato Zeman ha puntato sui titolari per ritrovare fiducia post caduta contro la Turris. Allo stesso tempo Sullo ha voluto dare ampio spazio alle seconde linee per mettere minuti nelle gambe ed acquisire consapevolezza. Ci sentiamo di dare ragione all’allenatore biancoscudato perché la squadra formata da Argurio ha bisogno di crescere sotto tutti i punti di vista. Da qui nasce l’interrogativo iniziale: rischio necessario o calcolato costruire una rosa di questa tipologia? Ancora è troppo presto per esprimere un giudizio puntuale e preciso tuttavia la filosofia societaria va accettata. Il Messina, non va dimenticato, è una neopromossa che non dispone di un budget d’altissimo livello. Puntare sui giovani, quindi, diventa fondamentale sia per creare un progetto pluriennale sia per pescare qualche interessante plusvalenza. Tutto questo in attesa che anche il settore giovanile diventi, finalmente, una base solida sulla quale costruire e non un peso obbligatorio.
Questa è la chiave di lettura che tutti i tifosi del Messina devono avere ben chiara in mente. Tra Serie D e Serie C c’è un abisso enorme che non si può colmare solo con belle parole o il nome della città che portiamo. La società, partendo da zero, ha intrapreso una strada ben precisa e solo il campo sarà giudice assoluto. Da qui la necessità di proseguire in un percorso di crescita a tutti i livelli ed in maniera omogenea. Messina ripartirà dalla sua terra dopo lunghe settimane da vagabonda in giro per il sud Italia. Domenica si tornerà a giocare al “Franco Scoglio” mentre, si spera presto, il Celeste diventerà la base per allenamenti e settore giovanile. Poi toccherà anche ai risultati: archiviate le due sconfitte e tempo di riportare i tre punti a casa contro la Virtus Francavilla. Una gara non semplice che lo staff tecnico potrà preparare in pochissimo tempo. C’è tanto ancora da migliorare e su cui lavorare: la partita di Foggia ha messo in evidenza la qualità di alcuni giovani come Catania e Fusco e le difficoltà degli ancora acerbi Fantoni, Busatto e Goncalves. Allo stesso tempo ha confermato anche i campanelli d’allarme sulla fase difensiva e sulla ormai nota condizione fisica.
Foggia fa parte già dei ricordi ed una nuova pagina di questa stagione va scritta. Domenica al “Franco Scoglio” farà visita la Virtus Francavilla: una risposta di grinta, cuore ed orgoglio è ciò che viene chiesto al Messina.