Messina, Palermo, Catania in Serie C: nuova rinascita per il calcio giovanile?
Un’isola che torna protagonista, tre squadre nel calcio professionistico ed un solo mantra: crescere, programmare e vincere.
L’ufficialità è arrivata solo in un caldissimo pomeriggio di inizio Luglio ma, aritmeticamente, i giochi si erano conclusi qualche settimana fa. La città di Messina torna in Serie C e lo fa con l’ACR del presidente Pietro Sciotto. Un trionfo tanto atteso quanto difficile in una stagione che, di certo, non passerà agli annali come indimenticabile per le scelte cervellotiche della Lega Nazionale Dilettanti. Messina, quindi, torna nel “calcio che conta” dopo anni di delusioni, umiliazioni sportive e tanti bocconi amari. In realtà il tempo di festeggiare è davvero poco perché, calendario alla mano, è già tempo di ripartire per la prossima stagione tra iscrizione, programmazione e calciomercato. Oltre a riabbracciare la città dello Stretto, però, il prossimo girone C di Serie C ci fa tornare indietro di qualche decade quando il raggruppamento meridionale rappresentava uno dei tornei più affascinanti di tutta Italia.
Il Messina torna in Serie C: il bello di oggi e più ancora quello di domani
Messina, Palermo e Catania rappresenteranno una Sicilia che vorrà imporsi contro le compagini calabresi, campane e pugliesi. Tuttavia se, da una parte, l’attenzione dei media e dei tifosi è tutta concentrata sul prossimo spettacolare campionato che ci attende, dall’altra uno degli aspetti fondamentali da non trascurare è quello della programmazione societaria e dello sviluppo dei settori giovanili. In un calcio dove la figura del “presidente innamorato” è scomparsa, il futuro di ogni società passa da due aspetti basilari: lo sviluppo e la crescita del calcio giovanile e gli investimenti infrastrutturali. Se in quest’ultimo aspetto siamo anni luce indietro rispetto al resto d’Europa, tanto si può fare sulla programmazione e l’investimento dei talenti del futuro. In questo senso la Serie C rappresenta un trampolino di lancio fondamentale per tre piazze affamate di calcio come Messina, Palermo e Catania.
Nello specifico, però, le tre società stanno vivendo momenti molto diversi che, naturalmente, influiscono anche sui settori giovanili. Partendo dalla neopromossa, Messina paga pesantemente una tradizione che ha messo radici profonde. Fin dai tempi della Serie A e, successivamente, dopo il fallimento della società della famiglia Franza, il patrimonio giovanile si è perso completamente. La città dello Stretto, ogni anno, sforna un quantitativo di talenti d’altissimo profilo che si trova costretto ad emigrare. Nel corso degli anni possiamo contare decine e decine di ragazzi che hanno fatto le fortune di tante società in giro per l’Italia raggiungendo anche palcoscenici importanti. Per scongiurare questa continua perdita di talento, la società di Pietro Sciotto è chiamata a rifondare tutto da zero. In questo senso ci si attende un segnale forte da parte del management giallorosso dopo anni di silenzio. Una buona base, però, esiste e cresce in maniera esponenziale come dimostra il lavoro straordinario svolto dal Camaro della coppia D’Arrigo – Rando, dalla Football 24 di Carmine Coppola, o dalla giovane FairPlay dei fratelli Pecora.
Lasciando lo Stretto, una situazione analoga l’ha vissuta il Palermo. Il fallimento della società rosanero e la ripartenza dalla Serie D hanno rappresentato un momento oscuro sotto molteplici punti di vista. Oltre ai danni economici evidenti, è andato disgregandosi un patrimonio enorme rappresentato dal florido settore giovanile. Tutti i migliori prospetti hanno trovato una nuova sistemazione, ma anche i più giovani sono diventati protagonisti in Serie D. A testimonianza del grande lavoro fatto negli anni dal Palermo, va sottolineato come tra i migliori under del massimo campionato dilettantistico si siano imposti proprio ex ragazzi del settore giovanile rosanero. Il presidente Mirri ha sottolineato, fin dall’inizio, la necessità di puntare sui giovani e ne ha fatto una mission per la sua presidenza.
Serie C, girone C: lasciate ogni speranza, o voi che entrate
Infine chiudiamo con il Calcio Catania. In questo momento è molto difficile parlare di giovani e futuro per la città etnea. Sono stati mesi complicati con tanti dubbi e lo spettro del fallimento che continua a rappresentare il vero ed unico nemico. Dopo il lungo tira e molla tra la SIGI e Joe Tacopina, la città è nuovamente “scesa in piazza” per difendere il patrimonio calcistico contribuendo in prima persona all’iscrizione per il prossimo campionato di Serie C. Il futuro resta nebuloso e da difendere c’è anche un settore giovanile d’alto livello. Grazie ai grandi investimenti passati, Catania ha rappresentato un punto d’arrivo per molti ma anche un grande trampolino per il salto di qualità. Come sottolineato in precedenza, lo sviluppo del settore giovanile è andato di pari passo con l’investimento infrastrutturale. Torre del Grifo è una perla sul territorio siciliano che ha ospitato talenti provenienti da ogni angolo della Sicilia. Perdere tutto questo rappresenterebbe un duro colpo non solo per il Catania Calcio ma, anche, per tutto il movimento calcistico siciliano.
Messina, Catania e Palermo: tre piazze innamorate, una Serie C da affrontare ed un patrimonio giovanile da salvaguardare.