Messina, il momento della verità: si apre la settimana crocevia per il futuro
La vittoria contro il Taranto ha portato un minimo di serenità apparente. Adesso si attendono i fatti a livello amministrativo-societario, economico e sportivo.
Mai come quest’anno, il mese di gennaio diventa vitale per il futuro del Messina ma, in generale, del calcio in riva allo Stretto. Tifosi, appassionati ed addetti ai lavori conoscono bene le sensazioni che, sotto la gestione Sciotto, si sono vissute durante il mercato di “riparazione” che a queste latitudini si è sempre trasformato in “rivoluzione”. Tuttavia quest’anno tutto è cambiato ed è stato proprio il presidente Pietro Sciotto ha mutare totalmente gli equilibri e le prospettive. Quando aveva i crismi, quasi dell’ufficialità, un nuovo intervento del deus ex machina Tateo, con la sua agenzia, insieme al supporto di Bonina ed altri imprenditori locali, la famiglia proprietaria della Biancoscudata ha deciso di cambiare rotta e chiudere una cessione lampo in meno di 48 ore. Un colpo di teatro che, per la verità, dopo oltre dieci giorni non ha portato ad alcun risultato concreto.
Come detto in apertura tanto si è discusso in questi giorni. Dalle dichiarazioni cadute nel vuoto del nuovo presidente in “pectore” Alaimo, allo sbarco e fuga del direttore sportivo Roma passando per uno spogliatoio completamente spaccato a metà in barba alle dichiarazioni, invecchiate male, di mister Modica che aveva definito questa squadra come il miglior gruppo allenato in carriera. Ma, come abbiamo sempre evidenziato, le parole se le porta via il vento e purtroppo a Messina tante ne sono state fatte ultimamente. Servono i fatti, ora più che mai. Siamo arrivati al punto di rottura e le carte messe in tavola, al momento, non possono garantire né una salvezza sul campo né una prosecuzione di questa società in ambito federale. Con forza, quindi, lo diciamo senza mezze misure: Messina rischia non solo la retrocessione ma anche il fallimento.
Non è una provocazione la nostra ma l’analisi nuda e cruda di ciò che sta avvenendo a queste latitudini. Nei giorni scorsi, infatti, bene hanno fatto i nostri colleghi nell’illustrare i dettagli dell’accordo sancito di fronte al notaio Silverio Magno. Non ci addentreremo nei meandri degli aspetti tecnici ma è chiaro che le scadenze, se rispettate, non possono bastare per fornirci le vere risposte sull’AAD Invest Group. Ed, allora, in questo senso è il calciomercato la vera sfida da affrontare di petto in questo momento. I tifosi del Messina non chiedono certamente la luna ma solo normalità. Quest’ultima, sconosciuta da fin troppo tempo, consiste in semplici passaggi per una vera società di calcio: nomina di un direttore generale che possa occuparsi a 360 gradi di tutto, nomina di un direttore sportivo pienamente operativo, una nuova rosa ben strutturata per poter ambire alla lotta salvezza.
Questa è la base in qualsiasi luogo in cui si decide di fare calcio a prescindere dalla categoria. A Messina, però, tutto è il contrario di tutto e la situazione attuale appare altamente nebulosa. Detto di un settore giovanile totalmente abbandonato a sè stesso, la prima squadra di fatto non esiste nemmeno numericamente. Si fa sempre più folto il gruppo di “separati in casa” che attendono solo la ratifica burocratica della firma digitale per lasciare lo Stretto. Un fuggi fuggi generale che mette estrema paura in vista dei prossimi impegni, a partire dal Monday Night contro un Crotone in gran forma.
Poi ci sarebbe tutto il resto, perché l’ambito sportivo cammina di pari passo con quello economico ed amministrativo. In attesa che da Roma arrivino novità sull’analisi di questi nuovi acquirenti, Messina attende proprio di conoscerli e vederli in faccia. Al momento conosciamo solo Alaimo mentre Cissè, che doveva presentarsi in conferenza stampa settimana scorsa, pare possa sbarcare in città il prossimo weekend. Insomma tanta confusione mentre le voci di corridoio si susseguono, così come i comunicati ufficiali privi di contenuto e che aggiungono solo tanta aria fritta ad una vicenda grottesca.
Lo ribadiamo, ancora una volta, a gran voce: adesso servono i fatti. Il Messina è una cosa seria, il Messina rappresenta una comunità di migliaia di persone, il Messina fa parte della storia centenaria del calcio italiano, il Messina è passione, appartenenza e identità. In una città sempre più “depressa” sotto molteplici punti di vista, il calcio potrebbe diventare quell’ancora di salvezza per vecchie e nuove generazioni. Ed allora proviamo, per una volta, a capire quanto lo sport possa dare lustro al territorio e rappresentare un nuovo inizio. Adesso è tempo che la politica rompa gli indugi e scenda in campo veramente.
Qui non si tratta più di giocare con una passione. Adesso in ballo c’è la vita o la morte di una parte della nostra storia. Tanto basta per capire che tutti, nessuno escluso, debba fare la sua parte nell’immediatezza. Altrimenti rassegniamoci ad una fine lenta ed inesorabile.