Messina, dagli errori nascono i percorsi vincenti
Goal, errori, trame di gioco e condizione fisica non ottimale: un pirotecnico 4-4 bagna l’esordio del Messina in Serie C.
La seconda trasferta consecutiva in Campania porta in dote un punto al nuovo Messina di Sasà Sullo. Rispetto alla gara di Coppa Italia contro la Juve Stabia, la sfida di Pagani ha ben altro peso e valore sia dal punto di vista tecnico che motivazionale. Un match arrivato dopo una settimana infuocata vissuta in riva allo Stretto: grande merito va dato allo staff tecnico capace di isolare il gruppo squadra da tutte le vicende extra campo che stanno influenzando, in maniera netta, anche questo avvio stagionale. Senza entrare nel merito, però, un piccolo plauso lo rivolgiamo a mister Sullo che, con estrema chiarezza, ha evidenziato le problematiche storiche di questa città dal punto di vista delle infrastrutture sportive. Senza farci distrarre dalla querelle “Franco Scoglio – Giovanni Celeste”, il giorno dopo Paganese – Messina si contraddistingue da un uragano di emozioni e stati d’animo ben diversi tra loro.
Appena sette giorni fa, parlavamo di quelle consapevolezze iniziali che il gruppo giallorosso doveva trasformare in solide realtà. Dopo i novantacinque minuti del “Marcello Torre“, la nostra analisi si arricchisce di nuovi elementi dettati da una prestazione che, nel bene e nel male, ha lasciato aspetti estremamente positivi ed altri decisamente da migliorare. Il punto di partenza necessario da cui partire, però, resta sempre quello relativo al calciomercato: è evidente che il Messina sia ancora un cantiere aperto che necessita di almeno tre pedine fondamentali. In attesa del transfer per Milinkovic e Mikulic, gli ultimi giorni di mercato saranno concentrati sulla ricerca del numero 9 e di un esterno d’attacco. Due profili over di grande esperienza che possano innalzare ulteriormente il livello tecnico della squadra. Questo aspetto sta alla base della conferenza stampa post partita di Sullo che conosce bene le potenzialità del suo gruppo ma anche i limiti sia dal punto di vista prettamente numerico che d’esperienza.
Il 4-4 di Pagani, quindi, si prefigura come un buon risultato che lascia tanta amarezza ma fa suonare anche i giusti campanelli d’allarme. Per oltre un’ora i biancoscudati avrebbero meritato una splendida vittoria grazie al gioco messo in campo ed ai tre goal di scarto. Allo stesso tempo, però, il finale di gara ha evidenziato quegli aspetti su cui intervenire prontamente per non ritrovarsi in difficoltà nel resto della stagione. Da qui nasce quella consapevolezza che questo Messina, con le mosse giuste, farà divertire i propri tifosi. Come detto, infatti, il gruppo ha dimostrato di essersi applicato perfettamente secondo i dettami tattici dello staff tecnico: squadra corta, grande lavoro sulle fasce e nella copertura degli spazi, alto tasso tecnico nella zona nevralgica del campo. Non è un caso che ancora Damian risulti il miglior in campo: splendida l’apertura per il vantaggio firmato da un caparbio Russo, così come la parata di Baiocco che nega il secondo goal consecutivo su punizione. Al fianco del numero 10, il collettivo si esalta: Simonetti si conferma letale in zona goal, Baldè meno spumeggiante ma freddo sul rigore ed Adorante un vero lottatore in avanti. L’1-4 momentaneo, quindi, nasce dalla concretezza di un gruppo che non rinuncia mai a giocare a prescindere dall’avversario. Una Paganese dei tanti ex che, per buona parte del match, subisce lo strapotere tecnico e fisico del Messina ma che, dalla sua, ha una caratteristica fondamentale per la Serie C: l’esperienza.
Questa è la chiave di lettura che racchiude l’essenza di questo pareggio. L’esperienza di Cocchino D’Eboli capace di costruire una squadra ben bilanciata tra giovani promesse ed over di qualità. Il peso specifico dei totem Castaldo – Piovaccari, 75 anni in due, che hanno deciso il match con tre acuti d’alto livello. E qui si ricollegano due tematiche fondamentali in questa fase di stagione: le scelte oculate sul mercato e l’equilibrio della fase difensiva. Come detto in precedenza, la scelta del numero 9 diventa prioritaria per il Messina come dimostra la prestazione degli attaccanti della Paganese. Senza una punta centrale di buon livello si rischia di vanificare quanto di buono questa squadra produce. Allo stesso tempo va analizzato come la squadra, in due partite, abbiamo siglato 7 reti ma ne abbia subite anche 6. In molti hanno storto il naso alle sostituzioni di Carillo e Celic avvenute, però, per problemi fisici ad entrambi. L’uscita dal campo della coppia titolare ha messo in evidenza una perdita d’equilibrio per tutta la squadra che si è ritrovata spaesata. Se sul goal di Piovaccari c’è stato un errore su calcio piazzato, l’azione del pareggio di Castaldo lascia grande amaro in bocca. L’intera squadra si è fatta trovare fuori posizione, con un baricentro troppo alto a pochi secondi dalla fine e con le marcature completamente saltate: a poco è servito il miracolo di Lewandowsky sul tap in di Piovaccari abile, da terra, a servire l’assist per la botta vincente di Castaldo. Questa settimana, quindi, sarà importante per lavorare sulla fase difensiva in vista di un derby infuocato contro il Palermo. Infine, una piccola chiosa la dedichiamo all’estremo difensore giallorosso: una giornata storta ci può stare anche per i migliori tra letture sbagliate ed uscite a vuoto ma ci teniamo stretto il rigore parato sullo specialista Diop.
L’ultimo weekend di agosto va, quindi, in archivio in casa Messina tra aspetti positivi e qualche ombra. Alle porte c’è una settimana che definire delicata appare riduttivo. Mentre la squadra riprenderà a lavorare sul campo ( in attesa di novità magari sul Celeste), il direttore Argurio si recherà a Milano per tornare a Messina con i rinforzi promessi e richiesti a gran voce da mister Sullo. All’orizzonte c’è il derby contro un Palermo che vuole recitare un ruolo da protagonista in Serie C. La trasferta forzata verso Vibo è già l’ennesima sconfitta per la città di Messina: adesso toccherà ai giallorossi riportare a casa un derby che, nel professionismo, manca da fin troppo tempo.