Messina, cosa vuoi fare da grande?
La vittoria sulla Gelbison ai playout ha suggellato una stagione che fa rima con “miracolo” in riva allo Stretto. Preservare la Serie C era obiettivo vitale ma adesso sarà il tempo delle scelte per delineare, finalmente, un futuro chiaro e ben definito.
Abbiamo aspettato quarantotto ore. Il giusto lasso di tempo per assimilare, realizzare e mettere bene a fuoco quanto successo nella giornata di sabato scorso. Il Messina è salvo, il Messina è in Serie C. Paure, rabbia, preoccupazione: un uragano di emozioni che ha attanagliato le migliaia di persone accorse al “Franco Scoglio” sotto un cielo grigio che faceva presagire l’epilogo più amaro. “Il tifoso messinese è destinato a soffrire”: sui social questo mantra, declinato in varie versioni, è diventato virale nelle ultime due settimane. Ma adesso che l’obiettivo è stato raggiunto e la sbornia post triplice fischio passata, bisogna lasciare spazio alla stretta attualità legata da un sottile filo al prossimo futuro.
Il Messina è dei messinesi e, come il buon padre di famiglia, ognuno di noi vorrebbe il meglio per la crescita futura di ciò che più ama. Ed allora abbiamo deciso di dedicare la nostra copertina settimanale alla Biancoscudata che, dopo tanti anni di passione ed emozioni contrastanti, ha bisogno di trascorrere finalmente una vera e propria estate tranquilla. Troppo spesso, a queste latitudini, abbiamo sentito ripetere la frase “questo è il primo tassello per un futuro migliore”. Ci perdonerete ma sembra essere diventato un luogo comune che, a questo punto, porta anche un po’ sfiga se accostato ai colori giallorossi. Non è possibile ripartire da zero ad ogni obiettivo raggiunto che sia una promozione, poche per la verità nella storia recente, o una salvezza insperata. Messina merita rispetto nel senso più alto e puro del termine: l’amore adesso non basta, tutti noi vogliamo renderci partecipi di un percorso condiviso di crescita.
Quest’ultimo concetto deve essere ben chiaro e, a scanso di equivoci, è bene sottolineare che non appoggeremo mai l’idea che il successo della nostra società passi esclusivamente dagli investimenti del presidente. Che sia Pietro Sciotto o chi per lui, nessuno ha mai vinto nel calcio da solo. D’altronde questa ultima parte di stagione ha evidenziato proprio questo. Il Messina ha raggiunto la salvezza grazie al supporto della propria gente, alla compattezza della classe giornalistica sempre pronta a mettere da parte qualsiasi polemica o processo ed a quell’unione di intenti che ha trovato la propria realizzazione nella rete di Nino Ragusa con conseguente corsa sotto la Curva Sud.
Il futuro è già oggi e sarebbe alquanto stucchevole andare a ripercorrere gli errori del passato. Il Messina e la città di Messina non possono permettersi un’altra estate di passione, incertezza e depressione. Servono le certezze quelle vere e non è il momento di puntare il dito contro nessuno. La stagione si è chiusa e va subito archiviata senza ricercare capri espiatori, paladini della giustizia o presunti salvatori della patria. Adesso si è arrivati al punto di non ritorno in cui i veri attori protagonisti saranno in seno alla proprietà.
Ora è il momento di sedersi al tavolino, guardarsi in faccia e capire cosa dovrà fare da grande il Messina. Il vero patrimonio della città capace di unire l’intera comunità anche per una sfida playout. Se ogni componente farà la sua parte, senza secondi fini, si potrà ricominciare a sognare con serietà, professionalità e competenza. Non sta a noi lanciare appelli o invitare qualsivoglia parte in causa a farsi da parte o rilanciare. Crediamo che questa ultima stagione abbia posto le basi per porsi degli interrogativi vitali: crescere oppure morire nell’anonimato.
Il tempo per le mezze misure e per le zone d’ombra è finito.