Messina, bisogna battere il Covid e l’Avellino
La sconfitta a Catanzaro rientrava nelle variabili calcolate. Le modalità un po’ meno. La storia legata al Covid non è un bello spot per il calcio, ma nell’epoca della pandemia è una di quelle vicende con cui, per quanto dia fastidio, bisogna imparare a convivere. Da quando il virus ha preso a circolare, sono stante tantissime le situazioni ai limiti del regolamento, che hanno destato la rabbia dei diretti interessati, ma anche inaspettate reazioni d’orgoglio. Accadde al Palermo, costretto a giocare senza cambi in un derby contro il Catania durante il quale rischiò persino di vincere. C’è stata poi Casertana-Viterbese terminata 3-0 per gli ospiti, ma con i padroni di casa decimati e scesi in campo addirittura in nove. Giusto? Sicuramente, no. Ma come si dice dalle nostre parti Chista è a zita. Cercare giustificazioni serve a poco e, aspetto peggiore, non smuove di un centimetro la classifica.
Così, al netto delle recriminazioni, i giallorossi rimangono nelle secche della graduatoria e per provare a venir fuori pur in emergenza, domenica alle 17.30, dovranno chiedere strada e punti all’Avellino. Non certo la più semplice delle avversarie. Qui, infatti, si potrebbe riprendere quanto detto la settimana scorsa a proposito del Catanzaro. Gli irpini hanno una delle rose più attrezzate del raggruppamento, con l’unica differenza che, rispetto ai calabresi, accusano i postumi di una partenza al rallentatore. Settimi, con venti punti, in compagnia di Virtus Francavilla e Taranto, i campani distano sette lunghezze dal Bari capolista, ma solo 3 dalla seconda piazza, attualmente occupata dal terzetto Catanzaro, Monopoli e Palermo. Il gap, ancora ampiamente colmabile, si spiega con i quattro pareggi consecutivi centrati nelle prime quattro uscite del torneo. Solo alla quinta, i Lupi hanno brindato al successo contro il Potenza, momento a partire da quale il percorso ha alternato qualche intoppo a vittorie pesanti, utili a restituire una classifica maggiormente in linea con le ambizioni societarie.
Che non possono essere nascoste se nel roster trovano spazio elementi del calibro di Antonio Di Gaudio, classe 1989 con un passato e diversi gol in Serie A, realizzati con la maglia del Carpi. Numeri importanti pure per Riccardo Maniero che a Pescara per due volte andò in doppia cifra in Cadetteria. Quest’anno per lui le presenze sono sette, una la rete. Dieci invece ne aveva realizzate nella scorsa stagione. Cursore, capace all’occorrenza di vedere la porta, da monitorare c’è anche Fabio Tito, dodici partite e due volte sul tabellino dei marcatori. Alla voce giovani, invece, si trova il nome di Alberto Dossena, 23 anni e il ruolo di inamovibile nello scacchiere di mister Piero Braglia, giunto sulla panchina irpina proprio dopo l’esonero di Ezio Capuano. In dubbio per dei problemi alla caviglia è Luigi Silvestri ex della sfida. Per lui, due stagioni e 52 presenze in biancoscudato tra il 2013 e il 2015.
In casa Messina lo spauracchio Covid tiene con il fiato sospeso. In attesa di fare la conta dei disponibili, l’unica certezza è che dalla sfida bisognerà strappare punti, perché il torneo non aspetta nessuno e la classifica piange.