Messina: a Catania salvata la faccia, ma non individuata la “cura”
Dopo due umilianti sconfitte, i biancoscudati tornano dal “Massimino” con uno 0-0 che muove la classifica ma che non risolve i problemi.
Lo diciamo in fase d’apertura di questa riflessione post derby: non alimenteremo né faremo il gioco dei due partiti “talebani” che, settimanalmente, si scontrano sui social in una guerra fratricida inutile. Su questa lunghezza d’onda, quindi, il day after di Catania-Messina deve far riflettere ben oltre lo 0-0 maturato sul campo. I sonori fischi del pubblico catanese verso la propria squadra dimostrano non tanto i meriti del Messina, quanto l’insoddisfazione di un ambiente esigente e che, da due anni, si “scontra” con la dura realtà di un campionato ostico di terza serie. Nonostante qualcuno, in riva allo Stretto, goda di tutto ciò, vi garantiamo che la situazione etnea è quanto di più lontano da quella messinese e, francamente, ci interessa ben poco ad oggi.
Il campanilismo per questa partita è stato ridotto al lumicino e, di fatto, non si è creata nessuna attesa spasmodica verso questa appuntamento che, fino a qualche anno fa, veniva cerchiato in rosso sul calendario. Tutto ciò fotografa pienamente il limbo nel quale, ormai, il Messina calcio sguazza. L’unico mantra che ha caratterizzato la vigilia è stato lo slogan:” l’importante è non prenderle“. Sotto questo punto di vista, almeno, la squadra ha salvato la faccia dopo due KO umilianti con ben nove reti incassate. Chiuso questo tour de force terribile racchiuso in appena sette giorni, è bene guardare avanti essenzialmente dal punto di vista sportivo perché sul fronte societario c’è ben poco da dire.
Ancora una volta, infatti, ci ritroviamo a dover evidenziare l’assenza di comunicazione, le dichiarazioni “fuori luogo” del ds Pavone che parla di futuro e progetto giovani, mister Modica “latitante” nelle conferenze della vigilia e del post match, l’ennesimo weekend del settore giovanile da incorniciare (negativamente). Insomma situazioni trite e ritrite che fanno parte della “normalità” messinese. Allora è bene guardare avanti perché il pareggio di Catania ha sì salvato la dignità della maglia, per una sera, ma non ha assolutamente curato alcun male. Nello stesso turno il Taranto ha espugnato Avellino mentre la Juventus Next Gen ha interrotto la lunga serie di sconfitte consecutive. Certo, anche in questa stagione, la Federazione ci darà una grande mano con le imminenti penalizzazioni alle nostre avversarie, ma il campionato è ancora lunghissimo e non si può tirare avanti sperando nelle disgrazie altrui.
Per questo motivo, dal momento che il calciomercato è lontano e non è argomento all’ordine del giorno come confermato da Pavone, l’unica via d’uscita è rappresentata dal lavoro di mister Modica con il suo giovane gruppo. A Catania si è vista una squadra più viva anche se molto timida e timorosa in alcune situazioni. É stato lampante come la tensione di poter sbagliare abbia animato tutti i calciatori in campo. Di fatto tra la prestazione di alcuni singoli, vedi Krapikas, ed una buona dose di fortuna, con Montalto in modalità “polveri bagnate”, è maturato uno 0-0 che ci dice tantissimo. Il Messina, infatti, ha rinunciato completamente ad attaccare. Nonostante Manetta, unico a parlare a fine partita, difenda giustamente il piano tattico studiato per arginare gli etnei, è altrettanto vero che Modica stia esplorando situazioni totalmente opposte al suo credo. Da una parte è un bene perché questa squadra, ad oggi, non può permettersi di giocare in maniera sfrontata e con difesa alta. Dall’altra, però, non ci sono i valori tecnici e quelle individualità leader che possano tenere alta la concentrazione difensiva ad oltranza per novanta minuti.
Come detto la fortuna ha aiutato il Messina negli episodi ma non possiamo immaginare una squadra che, da adesso in poi, possa difendersi di blocco e cercare di sfruttare le ripartenze. Stravolgere totalmente l’idea di gioco di inizio stagione potrebbe essere un rischio troppo grande per questo Messina. Adesso, infatti, arriva un mese di novembre che molti hanno definito “più morbido”. In realtà, il trittico Giugliano-Altamura-Sorrento è tutt’altro che un calendario agevole. Prima di proiettarsi troppo in avanti, la concentrazione di questa intera settimana dovrà essere dedicata all’avversario campano.
Al dispetto del nome e del blasone della piazza, infatti, la Serie C ha dimostrato di quanto ogni realtà possa essere difficile da affrontare e battere. Così il Giugliano rappresenta una vera e propria prova del nove per questo Messina. Squadra sbarazzina, dagli ottimi numeri e che gioca un calcio propositivo sia in casa che in trasferta. Il terzo posto non è un caso e servirà una grande prova da parte di Anatriello e compagni. Pensare di alzare il muro, come contro la Cavese, e poi crollare alla minima difficoltà è un lusso che questa squadra non può più permettersi.
Alla luce di tutto questo, quindi, accogliamo il pareggio di Catania con il giusto equilibrio. Evitiamo, però, di cadere nel tranello che ha caratterizzato le settimane precedenti con il “bel gioco”: il Messina deve salvarsi ed ha solo ed esclusivamente bisogno di concretezza e punti. Per tutto il resto ci sarà tempo, ma ora serve una vera scossa per non crollare sempre più giù.