
Marco Crimi al 93′: il Messina è dei Messinesi (quelli veri)

Il centrocampista decide,con una zampata, la fondamentale vittoria di Giugliano rimettendo in corsa il Messina verso i playout salvezza.
Messinesità. Un concetto difficile da spiegare ma, molto spesso, abusato nel corso degli ultimi anni. E’ troppo facile trincerarsi dietro slogan, frasi fatte, annunci mediatici ed appelli quando, nelle proprie vene o nel proprio animo, non si sente ardere quella passione e quell’amore per questa terra. E’ una questione che va ben oltre il DNA perché, anche se dura ammetterlo, molto spesso c’è chi incarna questa appartenenza e identità anche se non è nato in riva allo Stretto. Perché Messina è una città strana, fatta di mille contraddizioni in cui il grigio sovrasta il giallo e il rosso. Tuttavia ci sono dei momenti storici in cui un’intera comunità riesce a risollevarsi dal proprio torpore per abbracciare una causa che, tante volte, appare come disperata e utopistica. A distanza da quella clamorosa rinuncia al titolo di Serie B, si sono succedute tante pagine nere della storia calcistica cittadina e pochissime luci. Oggi, nel momento più buio delle ultime annate, Messina si è compattata fortemente per salvare il Messina.
Sembrava utopia, un’impresa ben oltre il miracolo sportivo che spesso è avvenuto in tempi recenti. Eppure la Messinesità sta venendo fuori giorno dopo giorno nel momento in cui si è avuta la piena consapevolezza di poter perdere la propria maglia, la propria identità, la propria dignità sportiva e non solo. Non sappiamo come finirà questa stagione ma, oggi, abbiamo la consapevolezza di poter lottare sino alla fine contro il volere di pochi che stanno cercando di far morire passione e appartenenza. Contro questo “atto di violenza” servono degli uomini forti capaci di essere leader, trascinatori, punti di riferimento. Il Messina li ha trovati quando tutto attorno si è creata terra bruciata: Domenico Roma che definirlo un direttore sportivo sarebbe riduttivo, mister Banchieri l’uomo venuto dal Nord “folgorato” dalla città dello Stretto e poi Marco Crimi, il ritorno del messinese purosangue a mettersi sulle spalle uno spogliatoio, una tifoseria, una città intera.
Raccontare cosa è stato Giugliano – Messina è impresa ardua perché non c’è stato nulla di logico. Il calcio non è una scienza esatta e l’ha dimostrato perfettamente sull’asse Campania – Puglia. Perché, in fin dei conti, tutti noi sino a dieci minuti dal triplice fischio eravamo rassegnati a considerare vicina la retrocessione diretta con la biancoscudata sotto sul 2-1 nonostante una prova maiuscola, grintosa, ricca di azioni da goal e tanta sfortuna. Poi il Dio del calcio ha deciso, nel weekend di sosta dei massimi campionati, di concentrarsi sulla terza serie italiana e ridare un po’ di fiducia ad una piazza fin troppo “violentata” negli ultimi tempi. La prospettiva, allora, è totalmente cambiata. Da un possibile -10 dalla Casertana, il Messina ritorna a casa a -6 dai campani. Mentre Marco Crimi insaccava il clamoroso 2-3, il Monopoli si aggiudicava la sfida su calcio di rigore ribadito in rete dopo la parata del portiere. Un vortice di emozioni assurdo, una gara non adatta ai deboli di cuore, un match che entra di diritto nella storia del Messina a prescindere da come vada a finire questa maledetta stagione.
E poi ci sono due istantanee che racchiudono perfettamente ciò che è la Messinesità. Ce le regalano un messinese purosangue, Marco Crimi, e un messinese acquisito dopo poche settimane, mister Banchieri. Il centrocampista, sfinito da una gara di lotta e botte, corre verso il settore ospiti per abbracciare la sua gente e sfogare tutta l’adrenalina, le sofferenze, le tensioni, le delusioni accumulate fino ad ora. Poi tocca al tecnico che, con signorilità e stile, non si nasconde dietro i luoghi comuni di fronte alle telecamere e grida con forza quanto il Messina meriti la salvezza e di avere una società seria. Lo meritano i ragazzi, lo meritano i tifosi, lo merita una città bellissima e fin troppo bistrattata.
Ed, allora, compattiamoci ancora di più in queste settimane. Sabato, al “Franco Scoglio”, arriva l’Altamura. Siamo sicuri che la Messinesità tornerà a fare la differenza ancora una volta a dispetto di quanti, con grande ipocrisia e senza dignità, hanno dimostrato di non essere messinesi e di non amare il Messina.