“La difesa è il miglior attacco”: Fumagalli e Manetta annichiliscono l’Avellino
Il totem tra i pali e il roccioso centrale sono gli assoluti protagonisti dello splendido blitz esterno del Messina maturato al “Partenio”.
Chissà quante volte, da bambini, ci siamo ritrovati a giocare con le figurine Panini. Lunghi pomeriggi passati a collezionare questo prezioso “tesoro”, completare l’album e fare tappa fissa nelle edicole. Un ricordo indelebile per intere generazioni che, al giorno d’oggi, sta finendo nel dimenticatoio lasciando spazio al digitale. E’ l’evoluzione dei tempi ma, storicamente, il legame tra questo passatempo e il gioco del calcio è stato sempre strettissimo. E siamo sicuri che anche Ermanno Fumagalli e Marco Manetta facevano parte di questi appassionati nonostante i dieci anni di differenza sulla carta d’identità. Eppure, nel lessico calcistico, le figurine sono diventate anche un simbolo in accezione negativa legate a quelle squadre costruite con tanti nomi di grido ma poca sostanza.
A questo proposito il girone C, annualmente, è il raggruppamento di terza serie con il maggior numero di compagini ad alto budget ma con scarsi risultati sportivi. La finestra di mercato invernale, infatti, ha confermato quanto le enormi spese non corrispondano a vittorie e nobili posizioni in classifica. In questa cerchia ristretta di società fanno parte il Catania, il Benevento e soprattutto l’Avellino. Gli irpini inseguono da anni il sogno Serie B ma, nonostante i milioni investiti, non riescono a trovare il perfetto equilibrio in ogni componente. Il risultato, poi, è sotto gli occhi di tutti osservando la classifica: Juve Stabia al comando e Picerno prima inseguitrice. Ma venendo ai fatti di casa nostra, è il Messina a fare la voce grossa nelle ultime settimane. Un cambio di passo netto a suon di calcio spettacolare, vittorie e un’identità ben precisa. In particolare la biancoscudata sta dando enormi soddisfazioni ai propri tifosi lontano dal “Franco Scoglio”. A prendersi la copertina di giornata è mister Modica insieme ai suoi ragazzi di ritorno dal successo di misura maturato ad Avellino.
Una vittoria storica perché il “Partenio” rappresenta un tabù nella storia giallorossa con tante sconfitte ed amarezze nel corso delle generazioni. Questa volta, invece, lo 0-1 può essere il fatidico risultato crocevia: otto punti di vantaggio sulla zona playout, quattro lunghezze di ritardo dai playoff. Una prospettiva che, sotto la presidenza Sciotto, non si era mai vissuta tra i professionisti. Ed è proprio in questo momento che bisogna mantenere i piedi ben saldi a terra: il turno infrasettimanale contro il Sorrento e la seguente trasferta di Giugliano ci diranno che obiettivo avrà il Messina nel rush finale.
Riavvolgendo il nastro, però, vogliamo celebrare i grandi protagonisti del successo di Avellino. Se i tre punti sono frutto del collettivo e della guida tecnica, va anche evidenziato chi ha fornito una prestazione di assoluto livello. Si potrebbero fare tanti nomi ma, andando controcorrente con il 4231 offensivo giallorosso, vogliamo premiare il reparto difensivo. In particolare la coppia Fumagalli – Manetta che ha messo in campo la perfezione tattica, unita alla precisione tecnica ed ad una leadership assoluta. Gli oltre novanta minuti giocati in Irpinia hanno esaltato le doti di due pilastri dello spogliatoio messinese.
Sull’eterno Fumagalli appare quasi scontato, ormai, tesserne le lodi. Decisivo dai primi minuti sino alla fine con tre interventi prodigiosi che negano la rete agli avversari. Parate decisive perché arrivate in momenti topici del match: in apertura sullo 0-0, allo scadere del primo tempo e nel momento di massimo sforzo irpino nella ripresa. Poi c’è il gran lavoro fatto dalla linea difensiva a quattro: dalle diagonali perfette di Lia sino al gioco aereo di Dumbravanu. Il tutto seguendo la guida di Marco Manetta che, questa volta, veste anche il ruolo di bomber. Non poteva scegliere momento migliore il classe 1991 per sbloccarsi in campionato: la sua girata all’angolino è degna del miglior attaccante di categoria capace di essere cinico con un solo pallone a disposizione.
Adesso è tempo di mantenere il piede sull’acceleratore per il Messina perché l’appetito vien mangiando. La squadra ha trovato il suo equilibrio perfetto a prescindere dalle assenze e dai protagonisti scelti in campo. In questa settimana ci si gioca una buona fetta di salvezza diretta e di ambizioni future. 180 minuti per dimostrare che il vento è finalmente cambiato.