Foggia-Messina, se la Coppa Italia è antipasto di grande calcio
Forse si era volati troppo in alto. Confortati dalle prime, positive uscite stagionali. Il Messina visto a Monopoli è atterrato fragorosamente, al cospetto di una capolista brava a rimettere insieme i pezzi dopo l’iniziale vantaggio giallorosso. La sconfitta, come è legittimo, non deve scatenare bufere, ma far drizzare le antenne, sì. La Serie C rimane un torneo complicato, specie nel girone meridionale, e nessuno regalerà nulla. La squadra ha le carte in regola per ben figurare, tuttavia è opportuno calarsi in una realtà di muscoli e sacrificio, prima ancora che di fioretto.
Il calendario ravvicinato e il risultato positivo centrato in Coppa Italia contro la Juve Stabia non lasciano troppo tempo alle analisi e offrono sul piatto d’argento l’occasione del riscatto. La sfida al Foggia di Zeman è un tuffo nella nostalgia e riporta alla mente i fasti di un passato glorioso. Sotto la gestione del boemo, poi tornato a più riprese sulla panchina dei Satanelli, il mondo conobbe Zemanlandia e in Puglia si arrivò a sognare la Coppa Uefa. In riva allo Stretto, non si osò tanto, ma se Schillaci giunse a un passo dal Mondiale italiano, il merito è anche del titolo di re dei bomber conquistato in biancoscudato, coordinato dalla sapiente regia di un tizio dalle poche parole e i molti gradoni.
Nostalgia scorpacciata e messa da parte, il presente dice stadio Zaccheria, mercoledì 15 settembre ore 17.30, contro una formazione reduce come il Messina da uno stop inaspettato, rimediato tra le mura amiche al cospetto della Turris. Tascone e Santaniello, con un gol per tempo, hanno ridimensionato anche i sogni dei rossoneri, che venivano da quattro punti nelle prime due uscite stagionali.
Anche per questo Zeman in conferenza stampa è stato piuttosto schietto: “Non abbiamo giocato un calcio ordinato, ci siamo allungati troppo. Dobbiamo capire che le cose non si fanno in maniera individuale, ma di squadra”. Ad accendere la vigilia anche il botta e risposta tra il tecnico e il centrocampista Oliver Kragl. Attualmente svincolato, il tedesco sembrava essere la ciliegina sulla torta del mercato foggiano, salvo poi ricevere il ben servito dall’allenatore. Quest’ultimo non lo ha ritenuto, infatti, adatto al suo tradizionale 4-3-3. Piccata la replica: “Avevo chiuso le valige, l’affare era fatto. Non rientro nei canoni? A Benevento ho vinto il campionato e siamo andati in A in quel ruolo. È vero o ho sognato?” Interrogativi a cui si troverà il tempo di rispondere.
Dall’altra parte, della lista dei convocati non fanno parte solo Russo, Matese e Milinkovic, mentre è toccato a Fazzi fare il punto dopo lo stop contro il Monopoli: “Dobbiamo crescere tutti, come gruppo, imparando a non abbatterci. Siamo una squadra fatta da 25 calciatori nuovi, alcuni di noi sono fuori condizione, ma maturare significa anche non trovare alibi o giustificazioni”. Meglio proiettare lo sguardo al futuro: “Ho visto un gruppo disponibile al sacrificio e questo sul lungo periodo sarà la chiave per fare bene. Siamo l’inizio di un progetto importante. Sta a noi gettare le basi per l’avvenire”.
Che poi è più presente di quanto si pensi.
Claudio Costanzo