Evangelista Cunzi, chi è la “Zanzara atomica” dell’Acr Messina
Esterno di centrocampo e nel tridente. Ancora, falso nueve a Pagani e seconda punta letale, come testimoniano i dodici gol di Latina, realizzati dentro una stagione rimasta in sospeso, interrotta a metà dalla pandemia. Un jolly d’attacco, capace di svariare sul fronte offensivo e adattarsi in fretta alle esigenze del mister. Evangelista Cunzi, da Caserta a Ischia, ha fatto spesso e volentieri le fortune dei suoi allenatori. Ora arriva all’Acr Messina via Sorrento, con l’obiettivo di aiutare i giallorossi nel tiratissimo rush finale, provando a mettere al servizio della causa la propria grande esperienza.
Cinque punti di vantaggio sulla seconda, al netto di una partita in più, infatti restano bottino importante, ma impongono al contempo di mantenere elevato il livello d’attenzione. Si colloca in un contesto simile, la decisione della società, che evidentemente, in vista della volata promozione, non vuole lasciare nulla d’intentato. Il classe ’84 ha un trascorso da promessa del Catanzaro, con la cui maglia ha esordito a Genova in Serie B. La sua carriera si è poi sviluppata prevalentemente in C, dove, a più riprese, con le “Aquile Giallorosse” si è ritagliato un ruolo da protagonista assoluto.
Pagani, Torre del Greco, Gela, ovunque la “La Zanzara atomica”, nomignolo dovuto a una notevole esplosività concentrata su un fisico di un metro e sessantotto, ha punto e lasciato un ricordo importante nel cuore dei tifosi, verso i quali ha costantemente rivolto un occhio di riguardo. Ad Ischia, periodo in cui sfoggiava una fantasiosa cresta colorata, nel giorno della festa promozione, la sua maglia, lanciata a un bimbo che lo invocava a gran voce, venne sottratta al piccolo da uno spettatore più anziano. L’attaccante, successivamente contattato dai supporters, appena qualche giorno più tardi gliene recapitò una nuova, su cui in bella vista faceva sfoggio la firma del numero dieci. Un gesto gentile, a cui in molti in riva allo Stretto si augurano di attaccare sopra le sembianze del deja-vu.