Daniele Ancione, estro e gol al servizio del Biancavilla
A riaccendere i riflettori sono bastati due calci di punizione, uno per porta, nemmeno ci fosse la par condicio a cui dar conto. Daniele Ancione lancia il Biancavilla e, per converso, strozza i sogni della Gelbison, ricordando a tutti che il talento non si perde con l’età. Alle soglie dei 37 anni, il centrocampista, infatti, continua a stupire, lasciando di sasso i pochi fortunati spettatori di un calcio a cui il Covid ha tolto il fragore degli applausi e le urla dei tifosi. Chi c’era, comunque, non si è risparmiato, tributando il giusto merito a una giocata d’alta scuola e altra categoria. Palcoscenici importanti, dove Ancione si è esibito collezionando oltre novanta presenze, impreziosite da undici reti. Il Messina per farsi le ossa, l’Igea in cui esplode definitivamente, attirando le attenzioni di Lo Monaco e finendo addirittura nella rosa del Catania, allora in Serie A.
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Alle pendici dell’Etna, però, non esordirà mai, trascinandosi dietro il rimpianto di una scelta sbagliata: “Non avrei dovuto accettare la proposta dei rossoblu, ma mi feci ingolosire dal procuratore – dichiarerà ai nostri microfoni durante il lockdown – Trascorsi tre anni in prestito e mi girarono subito alla Juve Stabia. A Gallipoli, invece, Auteri mi voleva fortemente e probabilmente era la destinazione più adatta“. Il treno passa e non sarà l’unico: “In Campania, in ogni caso, partii bene e mi contattò il Frosinone. Il problema fu, però, mister Capuano. Non rientravo nelle sue grazie e mi ritrovai ai margini del progetto”.
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Le caselle non si incastreranno neppure a Catanzaro, stavolta per la pubalgia. Riapparirà di nuovo a Messina, l’aria di casa e la Serie D: otto gol e salvezza raggiunta, nonostante i guai finanziari e il curatore fallimentare a gestire la società. Saranno gli stipendi non pagati, situazione comune al Sud Italia, a convincere Ancione a fare le valige e volare in Toscana. Alla Pianese starà diverse stagioni, recuperando innanzitutto la serenità. Rientra in Sicilia per nostalgia e sposare il progetto Camaro, buttandosi con spirito guerriero nel fango dell’Eccellenza. Sarà uno dei migliori, offrendo sprazzi di classe rara su campi in terra battuta. Squilla il telefono, chiamano in D e risponde presente: Biancavilla andata e ritorno, in mezzo la Reggio Mediterranea e la qualità come filo conduttore, mentre il chiodo a cui appendere le scarpe, di colpo, si dissolve.