
Dall’Inter alla Nuova Igea, Bonavita non smette di sognare: “Voglio lasciare un segno anche qui”

L’educazione, l’umiltà e la professionalità non si comprano da nessuna parte. Ma questi pregi forse innati possono essere anche affinati, ci si può lavorare per fare un ulteriore salto di qualità. È questo il caso di Simone Bonavita, nuovo volto del centrocampo dell’Igea Virtus. Al classe 2004 è bastata una partita e mezza per lasciare un segno a Barcellona Pozzo di Gotto: prima lo spezzone giocato in casa dell’Akragas e poi il debutto indimenticabile al D’Alcontres.
Bonavita è già entrato nel cuore dell’Igea Virtus, che ha trascinato con una prestazione di altissimo livello nell’ultimo match vinto per 5-1 contro il Licata. La manita calata dall’Igea è passata anche dai piedi del centrocampista, autore di una doppietta nell’arco di appena venticinque minuti.
Bonavita al quinto minuto ha beffatto Tchokokam direttamente su calcio di punizione, permettendo ai suoi di raddoppiare con un’altra splendida conclusione alla mezz’ora di gioco. Un buon biglietto da visita per il centrocampista, che si è subito calato nella parte di protagonista: “All’Igea c’è tanta passione e voglia di fare bene. Mi sono trovato subito benissimo a Barcellona, dove ho trovato un ambiente familiare. I siciliani poi sono fantastici, persone stupende che ho apprezzato fin dal primo momento”.
Prima volta in Sicilia ma non in Serie D per Bonavita, che ha iniziato la stagione corrente tra le fila del Pompei sempre nel Girone I. 19 presenze ma nessuna rete per il classe 2004, che si è sbloccato proprio all’Igea. La doppietta siglata al Licata però vale già un record personale per il centrocampista, che lo scorso anno si è messo in mostra sempre in Serie D.
Bonavita infatti ha trovato uno spazio importante al Casalnuovo, con cui ha collezionato 34 gettoni tra campionato e coppa segnando proprio due gol. Un settimo posto soddisfacente e dei play-off sfumati per una manciata di punti, esattamente tre. Un passato importante ma un presente che adesso è tutto a tinte giallorosse: “La Serie D è come un punto di ripartenza per me. Dopo le ultime esperienze ho intenzione di lasciare il segno all’Igea e far sì che la società si ricordi di me. Ho intenzione di crescere e di far del mio meglio. Sono sincero, mister Panelli ha contribuito tanto per il mio trasferimento qui. Mi ha subito dato fiducia e adesso abbiamo intenzione di raggiungere traguardi importanti”.
Nato a Napoli ma cresciuto in Lombardia, dove ha mosso anche i primissimi passi da calciatore. Bonavita nel 2007 si trasferì insieme a tutta la famiglia a Milano, dove ad appena sei anni è entrato nel settore giovanile dell’Inter. Un’esperienza che ha formato professionalmente ma soprattutto umanamente Bonavita, rimasto in nerazzurro per un intero decennio intero: “Ho iniziato il mio percorso all’Inter nel 2010 e sono rimasto legatissimo alla società, una seconda famiglia per me. Mi hanno educato fisicamente e mentalmente, li ringrazio per avermi formato come giocatore ma soprattutto come uomo”.
Bonavita ricorda con piacere proprio la metodologia e l’approccio scelto dall’Inter, dove ha avuto modo di misurarsi con delle migliori realtà di tutta Europa: “All’Inter ti insegnano l’umiltà e ti preparano sotto qualsiasi punto di vista. L’obiettivo delle grandi squadre è formare giocatori umili e la mia esperienza è stata indimenticabile. Ho avuto il piacere di confrontarmi con gente del calibro di Barella, Mkhitaryan e Calhanoglu, centrocampisti in grado di fare la differenza in Serie A e non solo. Anche loro sono stati fondamentali nel mio percorso di crescita: è incredibile come più sali di livello e più ci tengono alla crescita dei giovani”.
Nel passato di Bonavita c’è anche una fetta di Sampdoria, club con cui il classe 2004 ha debuttato in Primavera 1. Da Genova a Napoli, dove il classe 2004 nella stagione 2022/2023 ha avuto il piacere di allenarsi anche con i futuri Campioni d’Italia: “Il Napoli è la squadra per cui faccio il tifo, proprio come tutta la mia famiglia. Ho avuto la soddisfazione di potermi allenatori con i giocatori che poi hanno vinto lo Scudetto e di essere guidato da un grande allenatore come Spalletti. Purtroppo siamo retrocessi con la Primavera ma porterò quell’esperienza sempre nel cuore”.
Bonavita non ha un modello in particolare, ma ha una visione molto più ampia guardando al suo ruolo: “Nella mia posizione ci sono un’infinità di modelli da seguire: da Kross a Pirlo passando per i vari Modric, Alcantara, Xavi e Iniesta. Mi sono anche allenato con Lobotka, un altro calciatore di spessore, anche se penso che sia giusto guardare sempre ai migliori e non concentrarsi su un solo profilo. Bisogna sempre imparare dai migliori”.