Dalle pendici dell’Etna al sogno mondiale: Petkovic elimina il Brasile
Nei supplementari dei quarti di finale, l’ex attaccante di Catania e Trapani sigla la rete dell’1-1 che vale il successo ai rigori della Croazia.
Ancora una storia dal Qatar, ancora una favola che si intreccia strettamente con la Sicilia. E’ il mondiale delle sorprese e non potrebbe essere altrimenti per la prima edizione invernale della massima competizione per nazionali. Il meglio, però, sembra che debba ancora arrivare e l’Italia continua ad essere chiamata in causa indirettamente quasi a lenire il “dolore” dell’ennesima mancata partecipazione.
Visualizza questo post su Instagram
Questa volta il nostro focus non può non partire dall’Education City Stadium di Al Rayyan. Davanti a quasi cinquanta mila spettatori il Brasile, favorita numero uno alla vittoria finale, cade ai calci di rigore contro la Croazia. L’ennesima impresa dei vice campioni del mondo che proseguo nel loro percorso, l’ultimo per la generazione d’oro capitanata da Luka Modric. Ma se da una parte ci sono le lacrime di Neymar e la maledizione verdeoro che prosegue dal lontano 2006, dall’altra c’è la gioia di una piccola nazione che sforna talenti purissimi.
In un’impresa storica, però, l’uomo copertina diventa proprio il calciatore meno social e mediatico di tutti. Come contro il Giappone grande meriti vanno riconosciuti all’estremo difensore Livakovic, ma la svolta della gara è arrivata al 117’ dei tempi supplementari. Proprio in quei pochi secondi è maturata l’impresa. A soli tre minuti dall’eliminazione, ci ha pensato Bruno Petkovic a siglare l’1-1 che ha salvato la Croazia proiettandola ai tiri dagli undici metri. Lo stesso Petkovic che, per anni, abbiamo conosciuto in Italia con diverse maglie e poca fortuna. Subentrato al minuto 72 all’attaccante titolare Kramaric, ha lottato contro dei mostri sacri come Thiago Silva e Marquinhos. Poi è arrivato il momento magico con quella girata che si è insaccata alle spalle di Alisson. Esultanza rabbiosa, maglietta tolta con foga e l’abbraccio dei compagni che vale quello di una nazione intera. Quando l’ordinario si impone sullo straordinario.
Visualizza questo post su Instagram
Così mentre la Croazia mette nel mirino l’Argentina in semifinale, è giusto riavvolgere per un momento il nastro e tornare al 2012. Esattamente nell’estate di dieci anni fa, il giovane Petkovic approdava dalla Croazia alle pendici dell’Etna. Ci scommette il Catania che vede nel potente ariete di 193 centimetri tutte le qualità per sfondare anche nel nostro calcio. Tra settore giovanile e prima squadra, l’attaccante colleziona anche cinque presenze in Serie A. Da quel momento inizia la trafila di prestiti per “farsi le ossa”: prima Varese poi Virtus Entella passando per la Reggiana. Tra Serie B e Serie C il ragazzo cresce ma dimostra di essere più un giocatore di manovra che un finalizzatore formidabile. La sua avventura italiana sembra destinata a finire, ma è ancora la Sicilia a dargli una possibilità. Viene acquistato, in prestito con diritto di riscatto a 300 mila euro, dal Trapani. In un anno e mezzo, Petkovic colleziona 35 presenze e trova 10 reti sfiorando anche la promozione in Serie A svanita nella finale playoff persa contro il Pescara.
Visualizza questo post su Instagram
La rinascita siciliana gli vale la chiamata dalla Serie A per una cifra superiore al milione di euro. L’impatto con la massima serie italiana, però, non è fortunato: dopo quasi 40 gettoni di presenza con le maglie di Bologna e Verona chiude la sua avventura nel nostro paese con zero reti all’attivo. Sembrerebbe la fine di un sogno, ma Petkovic trova la forza di rimettersi in gioco tornando in patria. Dal 2018 difende i colori della Dinamo Zagabria imponendosi come titolare e leader. Oltre quaranta reti segnate e un palmares che vanta quattro scudetti, due supercoppe e una coppa di Croazia. Di pari passo con il club, l’avventura con la nazionale verso questo mondiale.
Poi quella girata al 117’ che vale un’intera carriera: da gregario ordinario ad eroe nazionale in una notte mondiale.