Dalla Serie D al primo goal in Serie A: un sogno firmato Alessandro Gabrielloni
L’attaccante ha deciso, con una rete ed un assist, la sfida prestigiosa contro la Roma. Una lunga cavalcata partita dalla D con il Como sino ai riflettori della massima serie.
Se questa storia fosse un film, lui sarebbe l’attore non protagonista. Alessandro Gabrielloni non ha le caratteristiche per essere una star, non è uno di quei calciatori tutto social e mondo mediatico, non si fa notare per la vita mondana. D’altronde, fino a qualche tempo fa, era un onesto calciatore delle serie minori tra sacrifici, sudore e voglia di emergere. Oggi, all’età di 30 anni, non è più un ragazzino con un sogno nel cassetto, ma le emozioni dipinte sul suo volto e su quello della sua famiglia in tribuna sono l’istantanea migliore dell’ultimo weekend di calcio italiano. Il Como batte la Roma per 2-0 in extremis con la rete del suo capitano ed un assist per il giovane talento Nico Paz. In un mondo sempre più patinato con una società che sta ospitando, settimana dopo settimana, star di Hollywood e grandi calciatori internazionali, il terreno di gioco è ancora di chi ha quella “fame” di lanciare il cuore oltre l’ostacolo e superare anche i propri limiti.
Alla luce di tutto ciò non vogliamo scadere nel banale o abbandonarci alle classiche frasi fatte che si addicono a queste splendide storie di sport. Piuttosto, con grande rispetto per l’uomo ed il calciatore, vogliamo ripercorrere la carriera di Gabrielloni e le sue tappe principali. Il goal alla Roma e la corsa sotto la curva hanno accesso l’attenzione mediatica nazionale, ma ciò che davvero conta è poter avere ancora esempi di ragazzi che dal calcio di provincia riescono a ritagliarsi il loro spazio anche nel palcoscenici più prestigiosi. Gabrielloni è riuscito in questa “impresa” ma, rispetto ad altri, lo ha fatto indossando anche una sola maglia. In realtà si contano sulle dita di una mano quei calciatori capaci di condurre una squadra dalla Serie D sino alla massima serie. Un’idea che appare folle nella realtà ed immaginabile solo giocando a Football Manager.
Ed allora è giusto partire dall’inizi perché Gabrielloni, come tanti giovani che si approcciano al calcio, cresce con la squadra della sua città Jesi. Da lì, però, inizia un girovagare che lo rendono un cittadino del sud Italia. Dal 2013 in poi indossa le maglie di Maceratese, Taranto, Martina Franca, Campobasso, Cavese e Bisceglie. Proprio in Puglia inizia la sua stagione 2017/2018 nel girone C di Serie C ma, nel mercato invernale, torna tra i dilettanti sposando la causa Como. Dopo una prima parte di annata con zero goal all’attivo, ne segna dieci con la nuova maglia ed uno nella finale playoff vinta contro il Chieri. Da lì inizia la sua favola sulle rive del lago. Nel 2018/2019 conduce la squadra alla vittoria del girone B di Serie D segnando tredici goal. Una doppia cifra che si ripete in concomitanza con il ritorno nel professionismo a dimostrazione che le qualità di Gabrielloni non meritavano il dilettantismo: 10 goal nel 2019/2020 e 13 reti nel 2020/2021 nel girone A di Serie C.
La cadetteria viene assaporata a partire dal 2021/2022. Gabrielloni riesce a chiudere con 33 presenze e quattro goal. Marcature che portano tutte punti in particolare, da incorniciare, la doppietta segnata nel 2-1 sul Cosenza in appena ventisei minuti giocati. Ironia della sorte segna ancora due goal contro il Cosenza nella stagione successiva con il Como che si appresta al grande cambiamento. Con una forte società alle spalle tra le più ricche al mondo ed un progetto ambizioso per gli standard italiani, la squadra conquista la promozione in Serie A. Nel 2023/2024 Gabrielloni è grande protagonista della cavalcata vincente segnando 9 goal in 38 presenze totali. Con la fascia da capitano al braccio, la società decide di consolidare il rapporto con il suo uomo simbolo. Nonostante una rivoluzione della rosa in sede di mercato, l’attaccante rimane lì al suo posto partendo dietro nelle gerarchie rispetto a calciatori come Belotti e Cutrone.
Eppure un grande conoscitore di calcio e campione del mondo come Fabregas apprezza le doti di un uomo che rappresenta l’intero spogliatoio. Gabrielloni rimane al suo posto, continua a lavorare sul campo con grande dedizione e diventa l’arma in più dalla panchina. In una storia del genere deve sempre arrivare il momento magico e questo avviene a ridosso del natale. Contro la Roma di mister Ranieri ed in un match destinato allo 0-0, Fabregas pesca dalla panchina ed inserisce il suo totem. In soli dieci minuti si scrive la trama degna di un film da Oscar. Gabrielloni subentra a Strefezza e decide la sfida contro i giallorossi. Al 93′, da rapace d’area navigato, trova il tap in vincente in anticipo su Ndicka. Al 97′ scappa in contropiede e, di fronte a Svilar, decide di non cercare la gloria personale della doppietta ed appoggia per il più facile dei goal di Paz. Il delirio assoluto di un’intera comunità che abbraccia quel ragazzo che, da giovane, è cresciuto insieme al Como scalando le categorie.
Oggi Gabrielloni resta quel calciatore che in Serie A rappresenta l’usato sicuro per qualsiasi tecnico. Un uomo squadra, un leader nello spogliatoio ed una scelta dalla panchina per i momenti più difficili. Una storia che ha regalato un momento bellissimo ma non un epilogo. All’età di 30 anni, Gabrielloni ha ancora tanto da dare a questo calcio italiano sempre più povero di storie come queste.