Cretella & Co. “quando gli under fanno la differenza” (Parte 1)
La leadership dell’ACR Messina nel girone I di Serie D, passa anche dai piedi dei propri “under“, diventati (finalmente) fulcro del progetto giallorosso.
Non a caso l’ultima vittoria esterna, in rimonta, all’ “Orazio Raiti” di Biancavilla porta la firma di un classe 2002, Carmine Cretella, dinamico centrocampista dal mancino prelibato.
Attenzione, non che in riva allo stretto non siano passati nelle stagioni trascorse giovani talenti che ora stanno facendo le fortune delle società professionistiche (vedi Michele Avella, portiere della Casertana o Kevin Biondi, centrocampista scuola Catania approdato in Serie B al Pordenone), ma d’altronde in un meccanismo che funziona, ben oleato dalla cura Novelli, il talento e l’energia dei più giovani riesce a esprimersi in maniera più convincente.
Ed allora tocca sottolineare come in una categoria dove il regolamento obbliga a schierare 4 “under” tra i titolari, l’apporto dei più giovani risulti, inevitabilmente, fondamentale.
Cretella, ma non solo, perchè se il giovane talento di San Giorgio a Cremano ha messo a segno 1 rete ed un assist nelle 19 gare finora disputate, lo stesso si può dire del suo alter-ego in campo, Clemente Crisci, stesso anno di nascita e regione di provenienza del compagno, che ha messo a segno una rete nelle 16 gare disputate, scalzato poi nelle gerarchie del tecnico biancoscudato dal compagno di squadra.
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Ed ancora Paolo Giofrè, esterno difensivo classe 2001 ex Turris che con il compagno di squadra Bruno Cascione compone una batteria instancabile di laterali, pronti a offrire gamba ed ampiezza alla azione offensiva giallorossa, ma con l’attenzione alla fase difensiva di due veterani .
Ai calciatori più noti, si aggiungono anche coloro che hanno acquisito meno minutaggio: Mazzone, Manganaro, Garofalo, Saindou, giovani talenti ritenuti forse ancora acerbi rispetto ai nomi fatti in precedenza, ma che con il tempo, tutto a loro favore, potranno garantire a Mr. Novelli le dovute rotazioni per la volata finale.
Sembra essere proprio questa attenzione verso le nuove generazioni, che dovrà irrimediabilmente evolversi nella costruzione di un vivaio all’altezza, un passaggio cruciale dello “Sciotto-quater”. Chissa, allora, che non sia questo l’anno buono per i biancoscudati per ambire ad un professionismo, che risulta essere l’obiettivo minimo per la squadra della 13esima città d’Italia.
Perche d’altronde lo si diceva già ai tempi degli antichi greci :
La fortuna non esiste: esiste il momento in cui il talento incontra l’opportunità
Claudio Costanzo