
Da Sydney al goal storico all’esordio in Serie C : il 16enne Antonio Arena conquista Pescara

Il classe 2009 è il più giovane marcatore d’Italia grazie alla rete siglata al suo esordio tra i professionisti in Serie C.
Otto minuti, appena otto minuti che riscrivono la storia e cambiano la vita. Un lasso di tempo così breve che, nello sport, può valere quanto un’intera carriera. Non ci può essere biglietto da visita migliore di quello maturato sul prato verde dello stadio “Adriatico” nel weekend appena trascorso. Il Pescara torna a vincere di fronte al proprio pubblico con un secco 4-1 ai danni di una Lucchese alle prese con molteplici difficoltà societarie. Tre punti importanti per la squadra di Baldini che, al quarto posto, cerca di chiudere al meglio la regular season in vista dei playoff. Ma la cronaca del match e le ambizioni di classifica passano tutte in secondo piano perché, in copertina, ci finisce Antonio Arena. Un nome che, a livello nazionale, non dice nulla fino a qualche giorno fa mentre alle latitudini del sud Italia è molto comune visti i molteplici casi di omonimia. Al triplice fischio della 30^ giornata del girone B di Serie C, però, Antonio Arena del Pescara è diventato un nome storico e da record.
Il nostro “Guess Who” settimanale, allora, lo dedichiamo al più giovane marcatore italiano tra i professionisti. Raccontiamo una nuova pagina storica che ci proietta verso il futuro prossimo del calcio italiano caratterizzato da queste nuove generazioni che, auspichiamo, possano diventare la colonna portante del nostro calcio anche a livello della nazionale. Quest’ultimo particolare non è da sottovalutare perché, come dimostra la storia dello stesso Arena, la globalizzazione calcistica permette di scovare dei talenti con sangue italiano anche molto lontano dai nostri confini. Nonostante il nome sia spiccatamente a forti tinte tricolore, il classe 2009 cresce in Australia con la sua famiglia e muove i suoi primi passi tra le fila del Sydney Wanderers. Con i nonni originari di Reggio Calabria, è la più classica delle storie di famiglie emigrate all’estero. Eppure quel legame così stretto con il nostro paese è sempre vivo e si esprime, ancor di più, sul prato verde inseguendo un pallone. Qui viene notato dal Pescara che mette nel mirino, già qualche anno fa, questo giovane attaccante dotato di spiccate qualità e potenzialità sia fisiche che tecniche. Puntando su queste caratteristiche fondamentali nel calcio moderno, la società abruzzese decide di offrirgli la grande opportunità attraverso il suo agente Anthony Ucchino.
Di fatto Antonio Arena lascia l’Australia a soli 14 anni per provare il grande salto nel calcio professionistico italiano. La sua crescita è subito esponenziale perché, partendo dall’Under 15, riesce a raggiungere la Primavera già nella scorsa annata collezionando due presenze. In questo percorso così veloce arriviamo alla stagione attuale in cui diventa un punto fermo sia del settore giovanile che della Prima Squadra. Mister Baldini ne apprezza subito le potenzialità tanto da aggregarlo in pianta stabile con i “grandi” convocandolo con grande frequenza. Nel frattempo Arena gioca e segna anche in Primavera meritandosi la chiamata anche della nazionale italiana Under 16. Di fatto, in appena due anni, il classe 2009 ha già indossato la maglia azzurra e, in precedenza, anche quella della nazionale australiana. Come dicevamo prima, un cittadino del mondo e calciatore di questo universo globalizzato. Proprio su questa lunghezza d’onda, allora, arriva il meritato esordio in prima squadra. Sul punteggio di 3-1, infatti, mister Baldini decide di mandarlo in campo al 66′ con la giusta carica di entusiasmo ma anche responsabilità.
E torniamo a quanto detto all’inizio, bastano otto minuti ad Arena per riscrivere la storia. Da vero rapace d’area di rigore, al 74′, il classe 2009 si avventa su un cross e con un tap in perfetto gonfia la rete. Il resto, come detto, è già storia con l’incredulità di un 16enne che corre sotto la curva per godersi un momento unico che sembrava utopia sino ad un anno fa. Arena supera così la precocità di un 2008 super mediatico come Camarda e spera, adesso, di trovare anche continuità in questa stagione. Adesso è il momento di mantenere ben saldi i piedi per terra per proseguire, in serenità, quel percorso di crescita graduale che la Serie C può fornire risultando una grande “scuola di vita” in questo senso.
Le voci sul suo futuro si sono già triplicate con molteplici società italiane ed estere pronte ad accaparrarselo. Noi ci limitiamo alla cronaca attuale evitando di alimentare paragoni pesanti e caricando le aspettative. Ci basta solo raccontare la gioia di un ragazzo di 16 anni che, dall’altra parte del mondo, è arrivato in Italia con un solo sogno nel cassetto: diventare un calciatore professionista. L’auspicio è che, al netto di polemiche, scandali e annose problematiche, la Serie C possa diventare sempre di più il “serbatoio” adatto a far crescere i giovani calciatori del futuro.