Messina: archiviata la salvezza è tempo di programmazione o accuse?
La fondamentale vittoria sul Monterosi per 2-1 vale tantissimo ma passa, inevitabilmente, in secondo piano dopo le dichiarazioni di mister Modica.
Il sinistro secco di Rosafio, la perla di Plescia al volo, il consueto rigore richiesto e non concesso, il brivido finale e la festa sotto la Sud. Sono solo alcune delle istantanee di un pomeriggio primaverile al “Franco Scoglio”. Una domenica che ha regalato la salvezza virtuale ma non aritmetica per un Messina che aveva tanto bisogno del ritorno alla vittoria. A distanza di un girone, allora, è stata proprio la sfida contro il Monterosi a segnare una svolta positiva. Un match mai banale a dispetto della classifica dei laziali. All’andata lo 0-2 fu puro ossigeno con i padroni di casa che fallirono due rigori con Silipo e Costantino, non due giocatori banali. Al ritorno, invece, l’uno-due di Rosafio e Plescia ha indirizzato un match tutt’altro che semplice da gestire.
Eppure la rete dello spauracchio Eusepi è servita solo a far venire qualche brivido di troppo in un caldo pomeriggio di aprile. Al triplice fischio, la gioia dei tifosi è palpabile così come quella dei giocatori spinti da quel sentimento di liberazione dopo alcune settimane molto complicate dentro e fuori dal campo. La felicità di tutto l’ambiente messinese, però, viene spazzato via da un post partita molto turbolento. Un finale di giornata che nessuno, dai tifosi agli addetti ai lavori men che meno la società, poteva aspettarsi.
Mister Modica si presenta ai microfoni in maniera sempre schietta e diretta. Le sue parole suonano come macigni e c’è la sensazione che il suo sfogo, non indotto da alcun giornalista, sia quasi “chirurgico” nei modi e nei termini. Ogni parola viene ben pesata da un uomo, prima che tecnico, che ne ha viste davvero tante nella sua carriera. L’allenatore di Mazara del Vallo è un fiume in piena mentre parla in diretta radio. Risuona, in maniera inequivocabile, l’incipit del suo discorso:” A Messina non si può fare calcio“. Una frase che rievoca bruttissimi ricordi ai tifosi messinesi. Un mantra divenuto slogan nel corso degli anni e manifesto sotto la gestione Lo Monaco. Modica ha bisogno di parlare e lo dimostra come già avvenuto durante il girone d’andata. Non viene risparmiato nessuno: dalla società all’amministrazione comunale sino a quella parte di tifoseria tacciata di volere il male del Messina.
C’è, poi, un particolare che non passa in secondo piano. Quella voglia di difendere il proprio lavoro stagionale, evidenziando come anche grandissimi allenatori abbiano fatto male nel recente passato. Nello specifico la difesa sulla figura di Auteri appare come l’esempio giusto per avvalorare la propria tesi. La chiusura del discorso lascia spazio a qualsiasi tipo di interpretazione:” Il tempo sarà galantuomo“. Naturalmente le dichiarazioni hanno accesso, come era prevedibile, qualsiasi tipo di dibattito social. Un tam tam che, di certo, non aiuterà a preparare al meglio la sfida di domenica prossima contro il Catania.
Queste forti dichiarazioni hanno creato una spaccatura netta nell’ambiente. Mentre la società resta in silenzio, il clima è tornato quello dei veleni e delle accuse. La vittoria sul Monterosi è già passata in secondo piano. L’auspicio che si possa subito lavorare alla programmazione del prossimo anno appare, attualmente, pura utopia. All’orizzonte un derby contro il Catania che vale tantissimo a livello campanilistico e di classifica.
Il Messina si trova ad una sola lunghezza dalla zona playoff. Eppure quella ritrovata voglia di sognare è di nuovo assediata da dubbi, paure e preoccupazioni.