Lezione di Ezio Raciti: come si ferma la capolista
Grinta, sudore, sacrificio ma anche cinismo e qualità. Il Messina impone il pari alla corazzata Catanzaro e supera brillantemente l’esame più difficile.
L’entusiasmo delle tre vittorie consecutive ha fatto vivere una settimana particolare a tutto l’ambiente Messina. Sensazioni e stati d’animo che non si vedevano da parecchio tempo, tipici dell’attesa per il grande evento. Graziati, per una volta dal maltempo, il pomeriggio del “Franco Scoglio” è stato uno spot per il calcio di terza serie. Una cornice di pubblico di buon livello, considerando gli standard degli ultimi anni, una rivalità accesa sugli spalti ed una gara godibile per chi ama veramente il calcio fatto di particolari e non solo di valanghe di goal. Eppure, nonostante le tante giornate ancora da disputare, il Messina era atteso proprio da questa sfida, la più difficile della stagione.
Come detto, dopo tre vittorie consecutive, serviva la classica prova del nove. Un vero e proprio esame con la fuoriserie di questo girone C: un Catanzaro dalle qualità di ben altra categoria e pronta al definitivo salto in cadetteria. Tra calciomercato, pretattica ed una serenità tipica del personaggio, Ezio Raciti aveva presentato la sfida nell’unico modo possibile: essere perfetti nell’arco di tutta la gara per regalarsi la possibilità di fare qualcosa di importante. Il gruppo ha recepito il messaggio e, dopo una lunga settimana di duro allenamento, ha dimostrato di essere forte prima di tutto nella testa e poi fisicamente e tecnicamente. Il risultato finale recita 1-1, un punto preziosissimo per un match che ha vissuto tante fasi in cui poteva tranquillamente pendere sia da un lato che dall’altro.
Alla vigilia un risultato positivo veniva considerato come “impresa”. Oggi, a mente fredda, c’è la sensazione che il Messina non solo non abbia rubato nulla ma sia riuscito ad ottenere un risultato positivo mettendo in pratica il suo gioco. Per questo motivo è giusto analizzare nel dettaglio quanto fatto dagli uomini in campo per capire come si è riusciti a fermare il Catanzaro, squadra imbattuta dopo ventiquattro giornate.
In primo luogo è giusto iniziare dal carattere e dalla mentalità. Quella del duo Raciti – Cinelli che, a sorpresa, lanciano subito titolari Baldé e Celesia: due nuovi arrivati nel reparto più sotto pressione, la difesa. A dispetto di un attacco stellare, la retroguardia giallorossa ha retto molto bene concedendo pochissimo in area di rigore. Non è un caso, infatti, che i calabresi si siano affidati molto ai tentativi dalla distanza: il goal di Verna arriva proprio dai 25 metri. Il leader, tutt’altro che silenzioso, è naturalmente Fumagalli. Un trascinatore che sbarra la strada agli avversari, ingaggia il solito “duello” con l’uomo più talentuoso degli avversari (Vandeputte) ed usa la sua esperienza per far respirare i compagni. Sotto la sua guida agisce ottimamente la linea a quattro. Una menzione particolare la meritano i due calciatori all’esordio: Baldé giganteggia, non solo per struttura fisica, all’interno dell’area di rigore mentre Celesia dimostra di avere quella duttilità utile sia in fase di possesso che di non possesso.
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Spostandoci nella zona mediana, il Messina deve di fatto rinunciare ai suoi uomini di maggior talento e fantasia. Fuori Kragl per alcune noie muscolari e fuori anche Catania dopo pochi minuti. La vera svolta apportata da Raciti, però, è quella di rendere ogni calciatore pronto nelle situazioni difficili. Così succede anche con Fiorani e Iannone che si applicano, da adattati, sulle due fasce. Il classe 2002 lotta e corre senza alcuna sosta. Per l’attaccante, invece, arriva la possibilità di rilanciarsi dopo un periodo difficile. Nel secondo tempo serve un assist al bacio che Curiale non riesce a trasformare nella rete del sorpasso. Tuttavia, se vuoi fermare il Catanzaro, non ti basta solo la corsa ma anche la qualità. Quella il Messina la ritrova nel duo Fofana – Mallamo: una coppia di assoluto valore che nei mesi è cresciuta in maniera esponenziale. Il capitano del Messina è un faro in mediana sia in fase di interdizione ma anche fisica. Su un terreno davvero al limite, riesce sempre a sovrastare gli avversari. Grazie al suo lavoro, giganteggia l’altro 2002 titolare. Mallamo, senza dubbio, è la scelta migliore del direttore Pitino nel mercato estivo. Una sicurezza da calciatore navigato, una classe non comune e tutte le caratteristiche per diventare un play a ben altri livelli. Vince sicuramente il duello contro il 2000 Ghion, elemento super sponsorizzato in questa stagione.
In tutto questo, però, lo zampino decisivo lo mette un altro elemento criticatissimo nella prima parte di stagione. Amara Konaté è un fedelissimo per mister Raciti, l’usato sicuro dalla panchina. Impatta il match in maniera perfetta ed è il grande protagonista della splendida azione di prima che porta al pareggio. L’ennesima dimostrazione, sul campo, di meritare ancora questa maglia.
Ed infine chiudiamo con l’attacco. Il reparto avanzato, quello che sembrerebbe più difficile da giudicare se l’avversario, per alcuni tratti, mantiene il 70% di possesso palla. Eppure, al pari di difesa e centrocampo, supera a pieni voti l’esame. Leonardo Perez si dimostra, ancora una volta, un giocatore di altra categoria. Un’altra partita a fare reparto da solo, un’altra gara in cui riesce a reggere fisicamente contro uomini d’esperienza e molto strutturati. Da qui a fine anno, come Piovaccari, segnerà davvero poco ma sarà senza dubbio determinante ben oltre le reti segnate. Se il lavoro sporco spetta all’ex Virtus Francavilla, la copertina se la prende ancora Ibou Balde. Momento d’oro per il classe 1999, alla quarta rete in quattro gare sotto la nuova gestione. Questa volta si vede molto meno in fase di rifinitura, ma è estremamente cinico a capitalizzare l’unica occasione avuta. Un cinismo che, invece, manca a Curiale. L’esperto attaccante subentra, a sorpresa, a Perez ma dimostra di avere un atteggiamento ben diverso rispetto al passato. Lotta, lavora molto bene di sponda ed ha l’occasione d’oro per mandare al tappeto la capolista. La palla non entra, Fulignati riesce a respingere ma, nonostante sia in lista partenza, può dare il suo contributo dovesse restare in riva allo Stretto.
Si chiude così, nel migliore dei modi, un mese di gennaio che ha portato in dote ben 10 punti. Ma non c’è tempo per crogiolarsi per quanto fatto. Il Messina è atteso da due impegni nell’arco di una settimana: dalle sfide contro Giugliano e Cerignola passa buona fetta della salvezza diretta.