La Serie B riabbraccia la Sicilia: il Palermo corona il sogno promozione
Al termine di una cavalcata trionfale, il Palermo raggiunge una promozione tanto sognata quanto voluta. I rosanero chiudono una stagione in crescendo riacciuffando il patrimoni della Serie B.
Novantaquattro lunghissimi minuti, il caldo di una notte di inizio estate ed una folla oceanica. Oltre trenta mila persone ad assiepare il “Renzo Barbera”, migliaia per le strade davanti a televisori e maxischermi. Poi il triplice fischio che sancisce la fine di una lunghissima stagione: il 12 giugno 2021 il Palermo ritorna in Serie B e lo fa al termine di un campionato combattutissimo seguito dall’infinita lotteria dei playoff. I rosanero riabbracciano la cadetteria dopo un fallimento ed l’inferno della ripartenza dalla Serie D. E’ il successo di una società seria, ben organizzata e con un percorso delineato fin da subito. E’ la chiusura perfetta del cerchio per il presidente Mirri che, tra difficoltà e problematiche di diverso genere, ha fatto rinascere la società dalle sue ceneri fino al ritorno ai palcoscenici che le competono in pochissimi anni. Una scalata caratterizzata dai fatti e dalle poche parole. Quest’ultime sempre ben bilanciate e mai banali: come quelle di inizio stagione in cui lo stesso numero 1 si diceva convinto di poter raggiungere la Serie B, un obiettivo necessario per dare un futuro brillante al calcio cittadino.
La felicità di Mirri è quella di un intero popolo, di una comunità che si è stretta attorno alla propria squadra per difenderla, spingerla e preservarla. Ma è anche la vittoria della Sicilia, da troppi anni lontana dal calcio che conta. In una stagione in cui il Catania è tristemente fallito, mentre il Messina naviga in cattive acque, il capoluogo torna a far sventolare il simbolo della trinacria per tutto lo stivale. Adesso è tempo di festeggiare ma anche non troppo. La lunghissima trafila dei playoff, infatti, comporta la chiusura della stagione a metà giugno. Già da domani, infatti, sarà necessario iniziare a lavorare per programmare il futuro. In questo senso, in tempi celeri, si potrebbe chiudere la cessione della società al City Group. Questo comporterebbe un grande passo in avanti specialmente al livello economico per strutturarsi e puntare ad obiettivi più ambiziosi.
Ma prima di pensare al Palermo che verrà, è giusto dare merito anche ai simboli di questa stagione. Se la società ha messo ogni mattoncino al suo posto, il campo ha dato un giudizio insindacabile. Il Palermo si è trasformato a stagione in corso cambiando totalmente atteggiamento ed assumendo in campo una sfrontatezza comune alle squadre che conoscono le proprie potenzialità. Il merito è di mister Baldini, un allenatore che appare veramente lontano dal calcio moderno. Forse proprio queste sue caratteristiche sono state la carta vincente per un gruppo che si è compattato diventando squadra e non più un insieme di nomi e curriculum. Il suo 4231 ha dato spettacolo, esaltando ogni singolo componente della rosa e diventando squadra spietata in trasferta. Il finale dii regular season e i playoff sono da incorniciare con gli errori ridotti al minimo. Naturalmente, poi, i suoi ragazzi hanno messo la firma finale al capolavoro. Si potrebbe parlare di una difesa diventata impenetrabile, della bella storia di Massolo tra i pali, del leader De Rose, dei giovani Silipo e Soleri dalla panchina o della qualità di Valente e Luperini.
Tuttavia la copertina non può non andare a Matteo Brunori che di mestiere fa l’attaccante e che a Palermo è arrivato solo in prestito. Di proprietà della Juventus, che ha già la corte per il bomber dietro la porta, il centroavanti ha chiuso una stagione sfiorando le trenta reti. Numeri pazzeschi per un attaccante completo, capace di fare reparto da solo e forte sia fisicamente e tecnicamente. Il suo rigore sotto la Curva Nord a suggellare la Serie B è la giusta fotografia di un’intera stagione. E poi ci sono le lacrime, il matrimonio celebrato solo due giorni prima della finale e le sue parole a fine partita:” Palermo mi ha accolto come un suo piccolo figlio”.
L’ultima volta che i palermitani hanno dato il soprannome di “u picciriddu” ad un loro calciatore si trattava di Paulo Dybala. Chissà se, a distanza di qualche anno, una nuova splendida storia d’amore possa continuare ancora anche in Serie B.