Messina e la Serie C: le tappe fondamentali del percorso salvezza biancoscudato
Si è conclusa ufficialmente la stagione del Messina, la prima nel calcio professionistico dell’era Sciotto. Un percorso lungo e tortuoso ricco di problematiche, difficoltà e sconfitte sul campo ma con il lieto fine della salvezza. Ripercorriamo insieme le tappe più significative di questi lunghi mesi dal calciomercato estivo sino alla festa sotto la Curva Sud.
UN NUOVO INIZIO TARGATO LO MONACO – ARGURIO
Punto di rottura, una costante delle annate dell’era Sciotto. Dopo la vittoria nel campionato di Serie D, il presidente decide di stravolgere ancora una volta tutto. Via Cocchino D’Eboli e mister Novelli, dentro Pietro Lo Monaco con il suo management. La pace ricostruita con la tifoseria si rompe, l’ambiente torna ad essere ostile ed il nuovo direttore sportivo Argurio si ritrova a dover ricostruire totalmente la rosa in pochissimo tempo. Il ritardo accumulato ha delle conseguenze evidenti anche sul ritiro precampionato sotto la guida di Sasà Sullo, tornato in riva allo Stretto in qualità di allenatore. I dubbi e le incertezze, però, vengono spazzate via dall’ottimo inizio di stagione. Un Messina in ritardo di condizione vince il primo turno di Coppa Italia in casa della Juve Stabia per 2-3 con la stupenda rete su punizione di Damian. Sette giorni dopo, gli occhi brillano per i quattro goal rifilati nella prima parte di gara alla Paganese proprio dell’ex direttore D’Eboli. I segnali positivi ci sono, anche se il 4-4 finale con rimonta targata Piovaccari – Castaldo fanno suonare un primo campanello d’allarme.
LA PRIMA CRISI: QUATTRO SCONFITTE CONSECUTIVE E L’ESONERO DI SULLO
Dopo l’amarezza del pareggio di Pagani arriva anche quello contro il Palermo. Un’altra occasione mancata in un derby giocato in “terra ospite” al Razza di Vibo Valentia. Negli occhi dei tifosi il clamoroso goal mancato da Busatto che avrebbe regalato i tre punti. Le occasioni sprecate si accumulano ed il Messina conosce il sapore della sconfitta a Monopoli. Solo alla quarta giornata arrivano i primi tre punti con la vittoria sulla Virtus Francavilla nel segno di Vukusic, il colpo di mercato della dirigenza. Da quel pomeriggio del “Franco Scoglio”, però, qualcosa si rompe ed il Messina sprofonda nel tunnel: quattro sconfitte consecutive con dieci goal subiti. Il Messina di Sullo che faceva intravedere delle buone potenzialità si scioglie come neve al sole. Fatale per il tecnico l’1-3 subito in casa contro la neo promossa Monterosi. E’ l’atto finale per il mister che viene esonerato concludendo la sua stagione all’ottava giornata.
L’INTERREGNO DI MISTER CAPUANO E IL BARATRO IN CLASSIFICA
Contro ogni pronostico possibile, la scelta di Lo Monaco ricade su Eziolino Capuano. A distanza di parecchi anni dalla sua brevissima esperienza in riva allo Stretto, l’allenatore si presenta in conferenza stampa non rinunciando alle sue “perle” storiche. Il binomio personaggio-allenatore, però, funziona molto poco. La decisione della società va esclusivamente in direzione della scossa emotiva al gruppo affidandosi ad un mister d’esperienza e carismatico. Tuttavia, in estate, la squadra era stata costruita per un 433 o 442 offensivo: le caratteristiche della rosa, quindi, non combaciavano con il particolare 352 del nuovo tecnico. La vittoria per 2-3 in casa del Potenza è solo un fuoco di paglia: ben presto il Messina finisce in un tunnel senza via d’uscita. Alla mancanza di risultati si affianca una totale assenza di gioco, con una squadra che da propositiva si trasforma in abulica. Sotto la guida di Capuano i giallorossi subiscono sei sconfitte, portano a casa appena due vittorie e due pareggi per 0-0 contro Vibonese e Taranto. Due i punti più bassi toccati: la pesante sconfitta casalinga per 2-3 contro la Fidelis Andria diretta concorrente e l’umiliante 5-0 contro la Turris. Con questa manita anche Capuano saluta lo Stretto esonerato dopo un lungo tira e molla tra Sciotto e Lo Monaco.
Serie C, Messina: dopo Pietro Lo Monaco, saluta il DS Christian Argurio
IL TRAGHETTATORE RACITI
Alla vigilia del derby contro il Catania, nell’ultima giornata del girone d’andata, il Messina è in fondo alla classifica e già considerato spacciato. Il baratro della Serie D sembra inevitabile e, come se non bastasse, la società è ridotta ai minimi termini. Disgregato completamente il rapporto tra il presidente Sciotto ed il direttore generale, mai ufficializzato, Pietro Lo Monaco. Tuttavia, come spesso succede a queste latitudini, si sceglie di non scegliere. Prosegue un freddo rapporto di collaborazione e in panchina viene scelto Ezio Raciti, promosso dalla Primavera. Il tecnico diventa il traghettatore ufficiale nelle ultime due gare del 2021. Contro ogni aspettativa, il bottino parla di quattro punti grazie al 2-2 contro il Catania e alla vittoria in extremis contro la Paganese. Un segnale di vita che coincide anche con la fiducia nei giovani: i tifosi scoprono il talento di Marginean, classe 2001, totalmente escluso da Capuano e gioiscono con la rete decisiva di Busatto, classe 2002. L’anno si chiude con un po’ di speranza in più e la quasi certezza che il 2022 avrebbe rivisto in panchina mister Novelli cultore del bel gioco e del 433.
IL NUOVO CORSO TARGATO PITINO – MANFREDI
Lo slittamento della ripresa del campionato fornisce un assist perfetto al presidente Sciotto. Il numero 1 giallorosso, però, tergiversa ancora fino a rompere i rapporti con il vecchio management. A pochi giorni dalla chiusura del mercato viene scelto Marcello Pitino come direttore sportivo. Al suo fianco torna Lello Manfredi nel ruolo di direttore operativo. Un nuovo corso giallorosso con il chiaro obiettivo di salvare la categoria. Nonostante il pessimismo e la voglia di mollare, anche Sciotto decide di rilanciare non smantellando la squadra ma rafforzandola. In poche ore vengono piazzati i colpi Rizzo, Piovaccari, Statella, Camilleri. Si alza notevolmente il tasso d’esperienza della squadra che riesce a trattenere anche Fofana, Damian ed altri calciatori. Salutano la squadra i deludenti Vukusic, Milinkovic e Mikulic. La conferma più importante e rischiosa arriva in panchina: Raciti incassa la fiducia e, in coppia con Cinelli, prendono la gestione del gruppo.
DAL SUCCESSO DI BARI AGLI SPRETTI DEL PASSATO
La scintilla positiva scatta subito. Il Messina inizia un nuovo campionato grazie ad un gruppo di lavoro coeso, una squadra concentrata sull’obiettivo ed una società presente attenta ai particolari. Tutto questo si traduce con punti sul campo: il Messina pareggia uno storico derby per 2-2 a Palermo in rimonta ed espugna, in una notte magica, il San Nicola di Bari contro la capolista per 1-2. Si riaccende l’entusiasmo dei tifosi che tornano a sperare nella salvezza. Il Messina ha la consapevolezza che per raggiungere l’obiettivo serve un “passo da playoff”. Il patto di ferro della squadra porta ai successi contro Monopoli, Potenza e Vibonese oltre al pari di Foggia e Picerno. Risultati che attenuano i campanelli d’allarme dopo il 5-1 subito a Francavilla ed il 3-1 contro il Monterosi. Gli spettri del passato, però, tornano a farsi vivi dopo tre sconfitte consecutive contro Juve Stabia, Campobasso e Catanzaro. Ma proprio in questi casi serve la giocata del campione, quell’episodio che diventa decisivo a fine stagione. Queste parole si traducono con il goal, nel finale, di Federico Piovaccari ad Avellino. Una rete da bomber esperto che evita la quarta sconfitta consecutiva e porta in dote un punto pesantissimo.
IL RUSH FINALE, GLI SCONTRI DIRETTI E LA FESTA SOTTO LA CURVA
Il pari del “Partenio” inaugura il trittico di gare salvezza decisive. Il Messina non fallisce l’appuntamento perché, nel frattempo, tutta la tifoseria si ricompatta al suo fianco. Grazie anche ad un abile lavoro della società, il “Franco Scoglio” torna a colorarsi grazie a migliaia di spettatori che trascinano la squadra alla salvezza. Contro il Latina ci pensa Morelli con un’incornata a conquistare i tre punti. In casa della Fidelis Andria si lotta su ogni pallone per preservare lo 0-0 ed uscirne indenni. Infine, contro il Taranto, la vittoria dell’aritmetica salvezza con l’ormai celebre punizione di Peppe Rizzo sotto la Curva Sud. Il goal decisivo di un messinese che abbraccia un’intera comunità per il traguardo raggiunto. La contemporanea esclusione del Catania chiude i giochi con due giornate d’anticipo. La sconfitta contro la Turris diventa indolore e non cancella quanto fatto da questi ragazzi in una stagione dalle mille difficoltà. Contro ogni pronostico, la stagione del Messina si conclude a salvezza ottenuta nel mese di Aprile. Adesso è tempo di riflessioni e risposte certe: programmare la prossima stagione con largo anticipo è un assist da non sprecare. Sul campo i giochi sono stati fatti, adesso la palla passa al presidente Sciotto.
La scintilla è scoccata nuovamente, adesso bisogna solo alimentare la fiamma.
Visualizza questo post su Instagram