Eccellenza, Girone B: cronaca di un epilogo amaro e grottesco
La LND siciliana ha deliberato l’annullamento dei playout con un’unica retrocessione diretta. Una situazione ampiamente prevedibile da mesi in un campionato che, da ormai troppi anni, ha dimostrato di essere lo specchio fedele di un sistema in completo fallimento.
Poche e semplici righe che aprono uno squarcio su una situazione ben più complessa e radicata. “Considerato che non si può derogare alla regola della retrocessione diretta dell’ultima squadra in classifica, si prende atto dell’esclusione di Aci Sant’Antonio e Leonzio e si dispone la non effettuazione delle gare di playout del girone B del campionato di Eccellenza e di retrocedere direttamente l’ultima squadra in classifica”. Parole e musica firmate dalla LND Siciliana che, a metà marzo, ha preso una decisione che con notevole ritardo poteva benissimo arrivare l’estate scorsa. Riavvolgendo il nastro, è sempre controproducente affidarsi ai “se” e ai “ma” tuttavia, fatti alla mano, il collasso del sistema calcistico dilettantistico è sotto gli occhi di tutti. Ad avvalorare tutto questo basta analizzare i fatti senza alcuna forma di retorica. Gli anni di pandemia, come ampiamente sottolineato più volte, hanno solo dato il colpo del KO ha un sistema che ha visto sgretolare le propria fondamenta. Come ogni anno, infatti, ci ritroviamo a parlare di campionati falsati, della mancata regolarità dii un’intera stagione, di gare perse a tavolino e di società fantasma.
Una caratteristica che ha messo radici profonde nei campionati siciliani ma, in generale, a tutte le latitudini. In fondo il calcio italiano è pieno zeppo di esempi di tal genere ad ogni livello. Solo qualche anno fa fece il giro del mondo la vicenda del Parma e del “presidente” Giampietro Manenti. Ma, in fondo, non c’è bisogno di andare così indietro nel tempo considerando che ai piedi dell’Etna si è vissuta l’ennesima annata di passione.
Il Calcio Catania, travolto da decine di milioni di debiti, non solo è stata ammessa a partecipare a questo campionato ma è stata anche dichiarata fallita dal tribunale. Una vicenda che avrà tanti strascichi e che, sicuramente, si arricchirà di nuovi capitoli con l’avvento del nuovo patron Mancini. Se, quindi, lo stesso calcio professionistico fornisce questi esempi, cosa possiamo pretendere dalle categorie inferiori? Troppo spesso sentiamo dire che il vero calcio, quello genuino, sia rimasto in provincia sui campi polverosi. La realtà, invece, ci mostra come ogni cattivo esempio dei “grandi” venga replicato dai più piccoli. In questo senso il campionato di Eccellenza siciliano si conferma fucina di nuovi “talenti” ogni anno che proliferano grazie all’assenza delle istituzioni.
Nuovamente, quindi, ci ritroviamo a ripetere una storia trita e ritrita. Un campionato che non ha nulla di regolare e che sancirà dei verdetti che non passeranno di certo alla storia. Il grido d’allarme degli addetti ai lavori è rimasto nuovamente inascoltato. A firmare questa ennesima pagina nera del calcio isolano ci hanno pensato l’Aci Sant’Antonio e la Leonzio a dimostrazione che non basta avere un nome “pesante” come garanzia. La vicenda, però, assume dei contorni grotteschi nel momento in cui l’annullamento dei playout porta alla retrocessione dell’ultima in classifica. Una decisione cervellotica, assunta con notevole ritardo, dal momento che nel girone B non c’è alcuna lotta per non retrocedere. Come ogni anno, infatti, è l’Atletico Catania a fregiarsi del titolo di miglior squadra camaleontica d’Italia, capace di adattarsi ad ogni situazione nonostante l’assenza di una società da tempo immemore. Le ultime sei giornate di campionato vedranno, quindi, una sfida esclusivamente concentrata alla lotta per la promozione in Serie D. Il tutto con buona pace della regolarità del campionato dal momento che escludendo Ragusa, Jonica e Igea nessun altra compagine ha altro da chiedere a questa stagione.
Si chiude nel peggiore dei modi un campionato che, sulla carta, avrebbe potuto regalare grande spettacolo fino alla fine. L’ennesima sconfitta del sistema calcistico italiano e siciliano in particolare. Uno schiaffo in faccia delle istituzioni nei confronti di quei pochi imprenditori che, solo per passione, continuano ad investire e fare sacrifici. Il massimo campionato dilettantistico regionale non ha tradito le aspettative: anche quest’anno cala il sipario in un deserto di mancate assunzioni di responsabilità.