Calcio Catania: orgoglio e dignità sull’orlo del baratro
La stagione del Catania fotografa perfettamente quanto di bello e di altamente negativo c’è nel mondo del calcio. Le splendide prestazioni di una squadra senza stipendi che si contrappongono alle gravi colpe di un sistema istituzionale in totale declino.
Un presentimento diventato un grido d’allarme sino alla trasformazione in una realtà altamente problematica. Il “caso Catania” non è una bomba esplosa improvvisamente. Non è una crisi di metà stagione che, nel calcio italiano, siamo abituati ad assistere annualmente a prescindere dalle categorie. La situazione economicamente disastrosa della società etnea è ben nota da anni e, colpevolmente, è sempre stata insabbiata nascondendosi dietro slogan che richiamavano una dignità persa da tempo. Perché la storica matricola rossoblù e la tradizione di una piazza così passionale non possono essere svuotate di qualsiasi significato come avvenuto in questi mesi. In fondo stiamo parlando proprio di questo: il calcio è passato in secondo piano di fronte a tribunali, istanze di fallimento ed un monte debitorio di decine di milioni di euro. Il punto focale sta proprio in questo aspetto: non si parla di qualche ritardo nei pagamenti o di una mancata fidejussione. Il Catania è un malato terminale costantemente tenuto in vita senza che nessuno si assuma alcuna responsabilità.
La città, in questi ultimi tempi, ha sempre risposto presente mettendoci la faccia ma anche le proprie tasche. Non vanno dimenticate le somme di denaro raccolte per l’iscrizione o per adempiere ai pagamenti richiesti dalla federazione. La vera colpa va ricercata in quella miopia che per prime le istituzioni hanno avuto. Da lì nasce la libertà che ha permesso il prosieguo di questo stato vegetativo da parte di chi si è susseguito alla guida del club. La continua ricerca di un capro espiatorio è ormai giunta al termine: il Catania Calcio è stato dichiarato fallito dal tribunale ed il baratro è vicino.
Ma è proprio nei momenti di massima difficoltà che si scrivono le storie più belle nella vita così come nell’universo sportivo. Proprio nella stagione più disastrosa della storia recente del Catania, è nato un gruppo di uomini guidato da un grande leader. Senza percepire intere mensilità e con ritardi notevoli a livello economico, mister Baldini ha forgiato una squadra capace di tenere testa a chiunque. Siamo sicuri che in futuro si parlerà di questa squadra non solo per l’alto profilo morale ma anche per quelle potenzialità inespresse a causa delle difficoltà. Mentre lontano dal campo le risposte latitano ed i silenzi si fanno sempre più pesanti, gli etnei stanno raggiungendo un salvezza diretta al netto anche delle penalizzazioni. I 39 punti conquistati, 43 sul campo, sono frutto di sacrifici e grande lavoro. Una squadra che gioca al calcio e diverte. Un gruppo che è entrato nel cuore della tifoseria e che sta rendendo onore alla dignità della maglia che indossa. Un collettivo che esalta le qualità dei singoli. Luca Moro è sicuramente l’uomo copertina ma non vanno dimenticati, per citarne alcuni, Biondi, Russini, Sipos e tanti altri. E poi c’è mister Baldini che non ha mai abbandonato la nave e che ha sempre difeso il lavoro dei suoi ragazzi diventandone quasi un padre più che un allenatore.
Adesso la palla passa, inevitabilmente, ai curatori fallimentari. La verità, infatti, è ben nota: due aste sono andate deserte a dimostrazione che il Catania allo stato attuale sia poco appetibile per diversi motivi. Il grande timore, in questi casi, è che i “condor” siano pronti ad avventarsi sulla preda. All’orizzonte c’è l’imprenditore Mancini che si è detto pronto ad investire. I primi 125 mila euro sono stati versati, ma l’intera cifra di 500 mila va presentata adesso. Giorno 17 è stato stabilito il nuovo gong dell’esercizio provvisorio. La sensazione è che la deadline sia vicina: il tempo degli annunci e degli slogan è finito. Adesso è giunto il momento di passare ai fatti, altrimenti il triste epilogo sarà solo la conclusione di un’altra pagina nera del calcio italiano.