Messina: la “rinascita” passa anche dai giovani
Un mese di febbraio al top, la salvezza diretta distante appena un punto e una squadra che si è riscoperta solida e concreta: una svolta che ha trovato nei giovani l’arma in più tra qualità ed entusiasmo.
Dal caos alla consapevolezza, dalla confusione tattica all’ordine, dalla contestazione al rinnovato entusiasmo. Una stagione passata sulle montagne russe e che, finalmente, sembra aver trovato la luce in fondo al tunnel: il Messina ha svoltato e lo ha fatto ritrovando quelle certezze sopite e mai esplorate. Nel calcio, infatti, raddrizzare determinate stagioni è quasi una missione impossibile: tra ritardi estivi accumulati, un progetto tecnico poco definito e l’assenza di risultati appare utopia poter mettere al posto ogni pezzo fondamentale del grande puzzle. Eppure il 2022 è ripartito sotto i migliori auspici in casa biancoscudata: un colpo di spugna, forse tardivo, al passato ed un rilancio con un obiettivo ben chiaro. Messa da parte qualsiasi questione extra campo, infatti, tutto l’ambiente si è ricompattato per salvare il bene più prezioso: la Serie C. Raggiunta dopo anni di sacrifici, delusioni ed investimenti andati anche a vuoto, il calcio professionistico è un bene troppo importante a cui non si può rinunciare a cuor leggere. In un momento storico di crisi nel sistema calcio e, conseguentemente, alle latitudini siciliane, la mission ha un valore assoluto.
Superato il tour de force del mese di febbraio è tempo di bilanci con il rush finale di stagione dietro l’angolo. Dal penultimo posto, infatti, il Messina si ritrova ad un solo punto di distacco dalla salvezza diretta. Quello che sembrava utopia a dicembre, si è trasformato in realtà grazie al concatenarsi di molteplici elementi: dalla rinnovata guida tecnica del duo Raciti – Cinelli, all’intervento del management con il direttore sportivo Pitino grande protagonista in sede di mercato sino alla vicinanza di una tifoseria che, con grande forza, sta trascinando la squadra al raggiungimento dell’obiettivo finale. Già proprio quella squadra così criticata e bersagliata nella prima parte di stagione: un gruppo costruito in meno di un mese da zero, con poco tempo per amalgamarsi e passato sotto la gestione di tre diverse guide tecniche. In un campionato che non ammette pause di riflessione, è già un miracolo poter parlare di un Messina in piena corsa per la salvezza. Alla luce dei risultati ottenuti, quindi, è giusto dare merito a chi per tanti motivi non ha avuto la ribalta dei riflettori e dei titoli di giornali. La rincorsa del Messina, infatti, parte da molto lontano e trova radici profonde nella crescita dei tanti giovani che sono parte integrante dell’ossatura della squadra. Definiti più di una volta “una banda di quindicenni”, hanno risposto sul campo dimostrando di avere quelle potenzialità tali da poter dare il contributo in Serie C. Alla vigilia della prossima sfida decisiva contro la Juve Stabia, infatti, non possiamo non partire dal reparto difensivo diventato una certezza dopo una prima parte di stagione horror.
Qui ha trovato il suo habitat naturale, Daniele Trasciani giunto in riva allo Stretto a gennaio e considerata una riserva. Grazie alla fiducia del mister, è diventato un punto fermo dello scacchiere giallorosso. Sette presenze da titolare consecutive, un goal decisivo nella vittoria di Bari ed appena una sconfitta all’attivo. Di ruolo difensore centrale, si è adattato perfettamente sulla corsia di destra alternando grande fisicità e capacità tattica. E’ lui il simbolo di una difesa rinnovata che può contare anche sui baby Fantoni, Angileri e Rondinella. Per carità ci sarebbe anche Tiago Goncalves ma la sua evoluzione ha radici ben più lontane. Riportato nel suo ruolo di inizio carriera, il portoghese è diventato lo spacca partite in attacco grazie alla sua tecnica e velocità. Goal pesanti ed assist lo rendono una freccia fondamentale nella manovra offensiva giallorossa.
Un attacco che ha visto l’arrivo del totem Piovaccari a guidare giovani come Adorante e Baldè già protagonisti nella prima parte di stagione. Gli uomini “nuovi, allora, sono stati quel Busatto e quel Catania considerati fino a poche settimane fa dei “perfetti sconosciuti”. L’ariete classe 2002, invece, è diventata preziosa arma tattica grazie alla sua fisicità per scardinare le rocciose difese avversarie. Il bel goal contro la Vibonese è stato il giusto riscatto dopo il clamoroso errore, nella medesima porta, compiuto nel derby contro il Palermo. Per il classe 1999, pescato dall’Eccellenza, il campionato di Serie C appariva come troppo impegnativo per le sue qualità. Superando momenti difficili sia dal punto di vista tattico che fisico, Catania ha fatto intravedere le qualità del classico calciatore che può spostare gli equilibri a gara in corso. Il suo goal da centrocampo, poi, è una di quelle perle da riguarda e custodire gelosamente. Ed infine c’è il centrocampo, probabilmente il reparto più criticato nei mesi scorsi. Qui tutti gli occhi brillano quando sul campo tocca il pallone Iulius Marginean, un talento predestinato che il prossimo anno vedremo in ben altre categorie. La sua esplosione è coincisa semplicemente con il suo schieramento in campo: goal, fisicità e grande classe hanno fatto fare il salto di qualità a tutta la squadra.
La qualità dei giovani unita all’esperienza dei veterani. Il nuovo Messina piace e mantiene alto l’orgoglio della maglia biancoscudata. La strada è ancora lunga, ma adesso immaginare una salvezza diretta non è più utopia.