Rinascita Licata: programmazione, sorprese ed il “fattore Dino Liotta”
Lontano dalla luce dei riflettori ai nastri di partenza della nuova stagione, il Licata sta rispondendo sul campo con i risultati grazie ad un restyling oculato ed al fattore casa sempre più determinante.
Settimo posto a quota 23 punti: quattro lunghezze dalla zona playoff e ben dieci di vantaggio su quella play-out. Numeri importanti che fotografano a pieno la stagione del Licata nel girone I di Serie D. Mandate in archivio le prime quattordici giornate del torneo, una prima analisi approfondita sulla stagione della compagine gialloblù è opportuna e suffragata non solo dai numeri ma anche dal verdetto del terreno di gioco.
Alle parole ed agli annunci, infatti, il prato verde risponde sempre come unico giudice assoluto. Proprio a questo proposito una precisazione preliminare è necessaria: il Licata non si presentava a questo campionato tra le favorite ma, al contrario, veniva considerato tra le compagini in piena campagna di ridimensionamento. Di certo gli ultimi due campionati sono stati fortemente influenzati negativamente dalla pandemia: il Covid ha lasciato strascichi importanti colpendo duramente il calcio dilettantistico. La società, sotto questo punto di vista, non ha mai nascosto i frangenti di difficoltà ma non ha mai fatto un passo indietro.
Al termine della lunga stagione scorsa, il Licata ha messo un punto definitivo su un progetto calcistico ormai terminato. Prendere consapevolezza di tutto questo è stato il primo passo decisivo nel costruire le fondamenta attuali. La parola d’ordine è stata programmazione a lungo termine, un concetto che troppo spesso viene utilizzato ed abusato. Come sottolineato in precedenza, alle parole devono sempre seguire i fatti. In questo senso la scelta è stata ben definita: ricostruire la squadra puntando sul futuro con delle idee ben chiare. Da questi presupposti è ripartito un percorso che ha trovato in Pippo Romano non solo un semplice allenatore ma anche un leader dello spogliatoio.
Uomo di campo e dalla grande esperienza, il nuovo allenatore è stato il profilo individuato per far cresce una squadra dall’età media molto giovane.
Tralasciando la regola degli under che influenza fortemente il mercato di Serie D, la scelta di costruire un gruppo giovane non ha motivazioni esclusivamente economiche o di costi. Per programmare un futuro a lungo termine non si può costruire un gruppo esclusivamente di over 30 e calciatori a fine carriera. La politica societaria è stata ben precisa e si ricollega perfettamente con l’addio a tre senatori storici: Antonio Cannavò, Marco Civilleri e Salvatore Maltese. Immaginare un Licata senza di loro è stato difficile con alle porte un campionato complicato e pieno di difficoltà. Ma proprio in queste situazioni nascono le opportunità: per colmare questo vuoto si è deciso di puntare sulla forza del gruppo e non sui singoli. Nessun nome di grido in attacco per sostituire il bomber messinese passato al Giarre. Nessun centrocampista dal glorioso passato per prendere il posto della nuova mezzala del Taranto. Neppure un difensore dalla grandissima esperienza per guidare il reparto arretrato al posto del nuovo centrale del Trapani. Da qui la scelta di puntare su Calaiò, Cappello ed Orlando in difesa, sulle qualità di Candiano e l’esperienza di Caccetta a centrocampo e sulla lucida follia in attacco.
Già proprio il reparto che fa sognare i tifosi orfani di un trascinatore e bomber come il Gallo. Eppure la società non ha ceduto al facile richiamo dell’attaccante di categoria: due soli over come Peppe Giannaula (1998) e Talla Souare (1997) e poi due baby scommesse. La “lucida follia” di credere nelle qualità e nella fame dei giovani che ha portato alla corte di mister Romano: Calogero Minacori e Boubacar Samake. La nuova coppia che fa sognare il centro agrigentino ha già superato la doppia cifra in campionato. L’ex Fidelis Andria ha dimostrato un fiuto del goal assoluto, mentre l’ex Roccella ha tutte le caratteristiche fisiche e tecniche per diventare un profilo da calcio professionistico.
Da qui nascono naturalmente i risultati. Il Licata è in forte ascesa e punta con decisione ai playoff: è in striscia positiva da ben sette turni e l’ultima sconfitta l’ha fatta registrare ad ottobre. In generale sono solo tre i KO in campionato, tutti in trasferta contro Biancavilla, Lamezia e Paternò. Il “Dino Liotta” è tornato ad essere un fattore come nel passato: un fortino fino ad ora inespugnabile dove sono cadute Acireale, Trapani 1905, Portici, San Luca ed FC Messina.
Il passato è ormai alle spalle, il presente è la prossima trasferta contro la Polisportiva Santa Maria. Il futuro è ancora tutto da scrivere ma se questi sono i presupposti ci sarà da divertirsi.