Messina, la strada è ancora lunga e tortuosa
Dopo la fondamentale vittoria di Potenza, il Messina non riesce a dare continuità di risultati. Uno scialbo 0-0 contro una Vibonese concentrata e quadrata.
Apatica. Probabilmente non c’è termine migliore per descrivere in una singola parola la sfida tra i biancoscudati ed i calabresi di mister D’Agostino. Lo scontro diretto in zona salvezza divide equamente la posta in un match in cui non ci possono essere recriminazioni di risultato. I 94′ minuti del “Franco Scoglio” sono stati, sicuramente, i meno emozionanti di tutto il campionato dei messinesi. Tralasciando sconfitte e qualche umiliazione, la squadra di Capuano ha quasi del tutto rinunciato a giocare in una gara in cui si aspettava il salto di qualità. Pochissimo gioco, nessuna azione da goal limpida creata e guanti immacolati da parte del portiere avversario Mengoni.
Eppure la vigilia del match era stata accesa da una conferenza mai banale di mister Capuano. Il tecnico, lucidissimo nella sua analisi post Potenza, aveva avvertito tutto l’ambiente sulla difficoltà nell’affrontare la Vibonese. La classifica, infatti, non deve ingannare: i calabresi sono giunti a Messina non snaturando la propria idea di gioco nonostante le assenze. In questo senso grande merito va dato a mister D’Agostino, mai dimenticato in riva allo Stretto, capace con il suo 3421 di controllare la gara per tutto l’arco del match. Proprio questo aspetto è mancato ai giallorossi incapaci di alzare ritmo e baricentro: poche idee nell’arco di una gara in cui non si è mai avuta la sensazione di un cambiamento di passo. Ci si aspettava ben altro da Damian e compagni specialmente viste le scelte di mister Capuano: 352 con la conferma di Fazzi in difesa, il ritorno di Mikulic titolare così come quello di Fofana a centrocampo e Vukusic in avanti. Da sottolineare la non convocazione di Milinkovic, sempre più lontano dallo Stretto e vicino ad una possibile rescissione. Il Messina, però, non ha mai un vero approccio alla gara limitandosi a controllare il campo mentre il giro palla viene lasciato agli avversari. L’unica emozione arriva al quarto d’ora con la botta di Vukusic su errore di Vergara. Per la verità è la squadra di D’Agostino a creare azioni d’attacco e paga, pesantemente, un reparto offensivo spuntano e non di peso.
La brutta prima frazione fa sperare in un cambiamento nella ripresa con l’effetto Capuano. Il mister, come a Potenza, prova a pescare i jolly dalla sua panchina. La prima mossa è coraggiosa con l’inserimento di Russo per Fofana. Più tecnica e velocità in un centrocampo meno macchinoso. Purtroppo, però, la squadra non risponde presente giocando in maniera confusa ed approssimativa. Da notare l’assenza totale delle idee mostrate a Potenza: nonostante si giocasse su un campo molto più largo rispetto a domenica, la squadra non ha mai provato i cambi di gioco né l’assalto sulle fasce. Sia Morelli che Sarzi Puttini, infatti, sono risultati totalmente inoperosi e mai coinvolti nelle azioni d’attacco. All’ora di gioco Capuano cambia ancora con la velocità di Baldè per Adorante e la fisicità di Konaté per un Simonetti ancora lontano dalla forma migliore. L’ex Foggia, però, ha un approccio di gara pessimo dimostrando l’involuzione delle ultime settimane. L’allenatore biancoscudato grida, si sbraccia e prova ad invogliare i suoi ad alzare il baricentro: il Messina, però, è in giornata no e si limita a controllare le avanzate avversarie. Nel finale, addirittura, viene sostituito lo stesso Russo che chiude una prova incolore durata nemmeno 45 minuti.
Al triplice fischio dell’arbitro, solo la Vibonese può uscire dal campo con il sorriso. Il Messina muove la classifica ma fallisce un appuntamento troppo importante specialmente nella lotta salvezza. I biancoscudati restano in zona playout e devono subito resettare le idee in vista della difficile trasferta di Castellamare di Stabia. Domenica Damian e compagni sono attesi da un’altra battaglia ostica e difficile: presentarsi senza idee e grinta rischierebbe di far tornare gli spettri del passato.