Serie C: Messina, il peso degli errori ti condanna
Terza sconfitta consecutiva tra amarezza e rimpianti. Il Messina cade anche a Foggia pagando a caro prezzo, ancora una volta, gli errori individuali.
Tre gare ufficiali, tre sconfitte, sette goal subiti e 0 punti: si chiude una settimana horror per il Messina sia dal punto di vista della classifica che da quello psicologico. I biancoscudati tornano in riva allo Stretto ancora senza punti in tasca e subendo un KO ben diverso da quelli contro Picerno e Bari. Allo “Zaccheria”, infatti, matura un 3-1 finale che potrebbe indurre a pensare ad una sconfitta umiliante ed assolutamente meritata. Al contrario il rammarico nel gruppo giallorosso è tanto per la prestazione mostrata e per una condotta di gara macchiata dagli errori (pesanti) dei singoli. Andando per ordine, però, è giusto partire dalla vigilia di questo match con un mister Sullo ben motivato ed orgogliosamente fiero delle sue idee. Dalle critiche per la scelta degli uomini fino all’insistere sul 442, il tecnico ha sempre difeso il percorso intrapreso incentrato sulla crescita di un gruppo giovane. Le buone notizie, poi, arrivano dal rientro di Celic e Mikulic oltre che di Balde. Calciatori fondamentali in vista del prosieguo della stagione mentre l’assenza più pesante resta quella dell’equilibratore Simonetti. Ripensando alla sfida di Coppa Italia di venti giorni fa, sia Sullo che Zeman sorprendono nelle scelte iniziali: Baldè e Fazzi titolari da una parte, Merkaj ed Alastra grandi esclusi dall’altra.
Fin dai primi minuti si comprende bene che tipologia di gara sarà. Su un terreno di gioco al limite della praticabilità (a dimostrazione che le problematiche non esistono solo al “Franco Scoglio”) si affrontano due squadre dal disegno tattico davvero opposto. Da una parte il classico 433 zemaniano fatto di fraseggi e profondità, dall’altro un Messina che fa della compattezza delle linee l’arma in più. Proprio su questo aspetto, Sullo prepara la gara aspettandosi un inizio arrembante dei pugliesi. I rossoneri, infatti, iniziano alzando i ritmi e cercando costantemente il taglio di Ferrante alle spalle della coppia centrale Fantoni-Carillo. Ma è proprio nel momento migliore dei locali che il Messina colpisce non arretrando eccessivamente il proprio baricentro: recupero palla alto di Morelli, imbucata di Baldè e rete di Vukusic da rapace d’area. Il bomber croato si dimostra implacabile al primo pallone toccato mentre Baldè, ex di giornata, è fondamentale in questa squadra per la capacità di svariare e non dare punti di riferimento. A differenza delle ultime uscite, poi, il Messina non si disunisce dopo il vantaggio e controlla agevolmente un match in cui il Foggia subisce il contraccolpo. A pesare enormemente è il goal del pari che arriva al tramonto della prima frazione: un tiro da fuori di Martino che sorprende sul primo palo Lewandowski, in precedenza autore di un paio di interventi importanti. Ancora una volta una rimonta che condanna i giallorossi in un primo tempo in cui spicca l’energia di Fofana rispetto ad un Damian in ombra.
Negli spogliatoi mister Sullo intuisce che la giornata può essere positiva: il Foggia lascia giocare e può essere bucato tra le linee. Da qui nasce l’idea di un cambio modulo per un 433 atipico. A “spaccare gli equilibri” ci pensa Marginean che prende il posto di un fumoso Catania, probabilmente più utile da subentrato per “spaccare” le gare. La catena di destra dei biancoscudati sale in cattedra: il classe 2001 mette in crisi la difesa avversaria mentre Fazzi tiene basso un Nicoletti limitato nelle sue discese a sinistra. Il Messina, finalmente, piace giocando di personalità e con un baricentro alto divorandosi, pesantemente, il vantaggio in contropiede. La seconda frazione si trasforma in una sfida a scacchi tra i due allenatori vogliosi di trovare la mossa vincente per fare scacco matto. Mister Sullo rompe gli indugi e cambia la sua coppia d’attacco con l’ingresso di Russo ed Adorante. La risposta di Zeman vede l’ingresso del temibile Merkaj per Merola. Allo stesso tempo entrambi gli allenatori perdono i terzini Nicoletti e Sarzi Putini. Osservando l’andamento del match, la sensazione chiara è che dai piccoli dettagli possa nascere l’episodio decisivo. L’ultimo quarto d’ora si gioca, infatti, solo sulla forza dei nervi e del cuore dimostrando tutta la stanchezza dei tre impegni settimanali. Proprio nel momento decisivo, però, il Messina manca l’appuntamento con il salto di qualità: a cinque minuti dalla conclusione Konatè, subentrato ad un non sufficiente Damian, perde palla sulla trequarti ed innesca l’azione che porta al goal di Merkaj. Da lì in poi è pura accademia per il Foggia che sfrutta la freschezza dei giovani Rizzo Pinna e Vigolo in avanti. In pieno recupero arriva anche il tris con una stupenda azione corale rifinita da Rocca. Il Messina, quindi, cade ancora e termina in piena zona playout con la peggiore difesa del campionato.
Da questo KO, per certi versi immeritato, deve venir fuori il carattere del gruppo. Alle porte c’è un calendario più “morbido” considerando gli avversari, ma l’errore più grande sarebbe quello di sottovalutare i prossimi impegni. Mister Sullo dovrà lavorare sulla testa dei giocatori per evitare una pesante ripercussione psicologica. Sabato, al “Franco Scoglio”, arriva il Monterosi: primo esame che non ammetterà alibi o ulteriori battute d’arresto.