Messina – Palermo, storia di un derby a cui hanno tolto la passione
Il mercato ha chiuso i battenti. Adesso si potrà pensare soltanto a giocare. O forse, no. Già perché il primo derby della stagione per l’Acr Messina ha il sapore amaro della sconfitta. Non in campo, quella – speriamo di no – eventualmente sarà il tempo a decretarla, ma come sempre più spesso avviene fuori dal rettangolo verde. La trasferta forzata al Luigi Razza di Vibo Valentia non può lasciare indifferenti e il fatto che di fronte ai giallorossi ci sia il Palermo, aumenta soltanto il volume della rabbia. L’appuntamento, indipendentemente dalle beghe burocratiche interne, resta fissato per sabato alle 17.30.
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Il legittimo malcontento della tifoseria è stato solo parzialmente mitigato da una campagna acquisti di livello, ritenuta da esperti e addetti ai lavori assolutamente sufficiente. I biennali stipulati a diversi giocatori biancoscudati lasciano ben sperare per il futuro e consegnano a mister Sasà Sullo una rosa giovane, ma adeguata per raggiungere un piazzamento play off. Il sound della balalaica, risuonato forte per l’intera sessione estiva, si è fatto più intenso negli ultimi istanti disponibili a chiudere i trasferimenti. Il ritorno di Milinkovic ha riempito di fantasia l’organico, l’approdo in biancoscudato di Vukusic si spera gli abbia conferito un importante numero di gol. I balcanici, insomma, considerata anche la coppia di centrali difensivi croata, sono stati i grandi protagonisti. Completano il novero degli ultimi botti il 2001 rumeno Iulius Marigean, proveniente dal Sassuolo, e Fazzi. Quest’ultimo, esterno offensivo svincolato, dovrebbe essere ufficializzato prossimamente.
Chiacchiere da bar, alle quali nelle ultime settimane si sono alternate le indicazioni del campo. Il doppio turno campano, diviso tra coppa e campionato, ha mostrato un attacco a tratti travolgente, capace di infilare per sette volte avversari, comunque, ostici. Ibourahima Balde si è rivelato una costante spina nel fianco per gli avversari, mentre le numerose azioni offensive hanno dato l’impressione di una squadra a cui piace giocare a calcio. Sull’altro piatto della bilancia ci sono il precario equilibrio difensivo e il solo punto in classifica strappato a Pagani, troppo poco per una formazione in vantaggio addirittura per 4-1.
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Meglio, graduatoria alla mano, è andata al Palermo, costruito per recitare da prima voce nel torneo, ma evidentemente al momento in fase di rodaggio. La sfida con il Latina, infatti, pur vinta col punteggio di 2-0 grazie ai gol di Floriano e Soleri non lascia soddisfatta una dirigenza che nella stagione in corso si gioca una bella fetta di futuro. Mancare la promozione e disputare l’ennesima annata in terza serie, infatti, potrebbe significare scrivere, secondo fonti locali, la parola fine sul pur giovane nuovo corso societario. Che dal canto suo le sta provando tutte per scongiurare una simile e funesta eventualità. Perrotta, classe ’94, in difesa, Dall’Oglio dal Catania e Fella nella zona offensiva sono rinforzi degni di altri palcoscenici, destinati a chi ha intenzione di non lasciare nulla di intentato e vuole giocarsi fino a maggio le proprie chance di promozione. Il resto lo farà il fascino di una sfida decisa in passato da grandi interpreti e circondata da un pubblico in grado di guadagnarsi costantemente la palma del migliore in campo. Poi il covid, i guai societari e cittadini hanno ricoperto di melma un match di tradizione antica e pedigree raro, ma nessuna notte – insegna la storia – è così lunga da impedire al sole di risorgere.
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Claudio Costanzo