Giovanni Ricciardo, il bomber con la promozione nel destino
Bomber di categoria. Così li chiamano in troppi, finendo per sminuirne il valore. Gente capace di segnare da ogni posizione, garanzia per il raggiungimento degli obiettivi stagionali. Giovanni Ricciardo, da Ficarra, in questa ristretta élite, comunque la si voglia definire, ci sta a pennello. Trentacinque anni da compiere a dicembre e un solo obiettivo in testa. Anzi due. Fare gol e vincere. Cesena, Palermo e Seregno. Centro, Sud e Nord, giusto per non scontentare nessuno.
I suoi acuti di sono sinonimo di promozione. Tre di fila. Cinque negli ultimi sei anni, aggiungendo anche quelle ottenute con Siracusa e Sicula Leonzio, stagione 2016/2017. In quell’occasione quattordici centri servirono ad allontanare le ambizioni delle rivali. In mezzo, la sola parentesi al Rende. Un assaggio di Serie C, poi la marcia indietro, per mettere in bacheca un particolarissimo triplete. Non che tra i pro se la cavi male. Anzi. A Fondi segnò tredici reti, a Melfi nove marcature, sugellate dall’ennesima promozione, questa volta dalla C2 alla Serie C. Numeri importanti, in linea con un profilo da bomber, cucitosi addosso in una carriera ormai quasi ventennale.
L’ultima coppa, in senso figurato, del grande slam se l’è presa domenica. Nel pari per 2-2 del Seregno sul campo della Casatese, il centravanti della provincia messinese non è andato a segno. Poco male, quello che contava per una volta era portare a casa il risultato. D’altronde ne aveva già infilati 8 e la stagione mette a disposizione ancora qualche cartuccia per raggiungere la doppia cifra. L’aveva sfiorata l’anno scorso, in rosanero, quando il contatore si interruppe a 9 ,anche a causa della pandemia e della conseguente sospensione del torneo.
Qualche polemica al momento dell’addio: “Volevo finire la carriera qui, sono state fatte altre scelte, ma ringrazio comunque la società”. Giusto il tempo di mettere in ordine i pezzi e fare la valigia. Ad attenderlo, forse, non c’era il sole, ma la Lombardia e una nuova avventura dentro cui infilarsi. Lui l’ha colta al volo e alla fine sono stati sorrisi trasversali. Un po’ come a Cesena, con 20 gol in 29 partite e la coda fisiologica della promozione. Fu l’ennesimo episodio di un copione che manda in scena ogni anno la stessa, apprezzatissima replica.
Claudio Costanzo