Marco Crimi, il messinese in amaranto che unisce lo Stretto
La medaglia d’argento all’Europeo under21, le pizze consegnate con lo scooter e il destino che bussa prepotente quando la porta era sul punto di chiudersi. Le sliding doors, nella carriera di Marco Crimi, si aprono a tavola con papà. La scuola è finita da poco, il momento di scegliere cosa fare da grandi si fa di colpo priorità: “Vuoi giocare un altro anno anno o andare a lavorare?”. Fu l’ultima chance data al pallone, la stessa che, anni dopo, lo avrebbe ripagato con gli interessi. La scalata comincia all’Igea Virtus, in C2 e, uno scalino alla volta, lo traghetta dritto in Serie A.
Un giro vorticoso, una ring composition la cui ultima tappa è coincisa con la rinascita della Reggina, proprio a un passo da casa. Anzi a tre chilometri, l’equivalente della distanza tra una sponda e l’altra dello Stretto. In certi giorni con un po’ di fantasia, basta allungare un braccio per unire due mondi infinitamente distanti, dove il pallone è espressione più onesta di una rivalità secolare. E’ la sfida eterna tra “buddaci” e “sciacquatrippa”, di cui il centrocampista classe 1990 è diventato inconsapevole mediatore. Merito delle origini messinesi combinate a un rendimento importante, utile per rilanciare gli amaranto e trascinarli fuori da una situazione di classifica piuttosto complicata.
Ora i play-out distano nove lunghezze, gli spareggi promozione praticamente la metà e, con otto partite ancora da disputare, sognare una clamorosa rimonta non appare troppo folle. Per farlo, servirà il miglior “guerriero”, nomignolo calatogli addosso ai tempi di Grosseto e sintesi perfetta di una carriera fondata sul carattere forte, prima ancora delle qualità tecniche. Sarà la leva per imporsi anche in A con le maglie di Carpi e Bologna, per guadagnarsi la chiamata stabile dell’Under 21. Tra le fila degli azzurrini, nel 2013, sfiorerà l’Europeo d’Israele, svanito in finale contro la Spagna di De Gea, Morata, Isco e Thiago Alcantara. Allora chiedere di più era impossibile, oggi, per fortuna, la storia è cambiata.
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