“Il silenzio degli innocenti”: che fine hanno fatto i nostri ragazzi?
Da oltre un anno l’universo giovanile ha dovuto fare i conti con gli effetti di una Pandemia devastante sotto molteplici aspetti.
Chiaro che dinnanzi ad un’emergenza così netta e lacerante, abbiamo riscoperto l’essenzialità e la purezza dei rapporti umani, esaltati e allo stesso tempo soffocati dalla carenza di un abbraccio, di una stretta di mano vigorosa, piuttosto che di un semplice bacio, anche amichevole, poco importa se tra congiunti o meno.
Valori che, in tempi di Covid, abbiamo riscoperto e condiviso accettando persino le restrizioni e le imposizioni poste dall’alto pur di offrire, ciascuno, il proprio contributo verso la fine di una delle ere più anguste e difficili del 21°secolo.
Nessuno ha la bacchetta magica. Non vi sono riusciti, ad oggi, virologi, epidemiologi e quindi non è possibile trovare una soluzione ma porre un interrogativo che rischia di farsi sempre più ingombrante e pressante.
Quale futuro si prospetta per i nostri giovani che da oltre un anno hanno dovuto limitare o rinunciare alla pratica sportiva?
Chi restituirà il confronto venuto meno e anni di socializzazione perduta, tra i banchi di scuola piuttosto che allo stadio o in un impianto di gioco?
Un duro colpo i cui veri danni rischiamo di fronteggiarli negli anni a venire, colpa di un impatto senza precedenti sulla salute e sugli equilibri psicofisici di milioni di ragazzi e a più ampio respiro di addetti ai lavori che vivono e lavorano per il settore dello sport.
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Non vi è sport, e il calcio ne rappresenta la sua massima espressione, che non passi dalla verifica sul campo, dalla partitella di fine allenamento.
Un beneficio che da un anno a questa parte non è garantito a tutti.
Con il recente DPCM, in vigore dal 6 Marzo al 6 Aprile 2021, la musica non è affatto cambiata mantenendo la stretta cui è abituata ormai da un anno il mondo dello sport e in special modo il settore del calcio.
Gli atleti di qualunque disciplina sportiva sono obbligati ad allenarsi individualmente ad eccezione che essi prendano parte a competizioni di preminenza nazionale previste e approvate dal CONI.
Un beneficio che a inizio stagione è stato accordato e concesso, non senza polemiche, a diversi Enti di Promozione Sportiva che, per avere i galloni di interesse nazionale, hanno adempiuto ad una serie di regole e protocolli in tema di misure per il contrasto ed il contenimento al fine di svolgere, a tutela degli atleti, le attività in sicurezza.
Una divergenza di vedute, che nel caso del calcio ha portato ad uno squilibrio che oggi pare alquanto stridente.
La FIGC, considerata l’attuale situazione pandemica, non ha accordato alcuna attività di natura collettiva ai propri tesserati di fatto congelando ufficialmente (per la seconda stagione consecutiva) i vari campionati regionali e provinciali concedendo la ripartenza solamente ai campionati Primavera che si legano ad un interesse nazionale.
A farne le spese, più di tutti, è lo sport di base e i settori giovanili delle squadre dilettantistiche.
Un settore sportivo che comprende, oltre agli atleti, anche allenatori, istruttori, dirigenti, arbitri, delegati, aziende e imprese attive nel mondo dello sport.
Un silenzio istituzionale che tante società stanno faticando a sopportare e che auguriamo possa essere accompagnato dal profumo di una ripartenza che abbia un denominatore comune: più sport per tutti, senza distinzioni di categoria, di interesse e di “interessi”.
Claudio Costanzo
Squadre
Camaro U17
U17 Regionali
Camaro U15
U15 Regionali
Katane Soccer U15 Élite
U15 Regionali
Katane Soccer U17
U17 Regionali
Real Trinacria U15
U15 Regionali
Real Trinacria U17 Élite
U17 Regionali
Real Catania U17 Élite
U17 Regionali
Academy Katane School U15 Élite
U15 Regionali
Academy Katane School U17
U17 Regionali