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ASD Igea 1946 – Video Tribute

E’ esistito un tempo, ve lo garantiamo, in cui Igea Virtus era sinonimo di grandi stagioni e il D’Alcontres un fortino difficile da espugnare per chiunque. I primi dieci anni del nuovo millennio regalarono a Barcellona Pozzo di Gotto una squadra di cui andar fieri, capace, nel feudo del basket, di convincere gli amanti della palla a spicchi ad assiepare oltre al palasport pure le tribune dello stadi.
Campionati di C2 vissuti da protagonisti, i play off per la terza serie come punto più alto e una presenza costante nella parte sinistra della classifica a certificare annate di qualità assoluta. Caserta, Millesi, Crimi, Ciccio Marra, Bevo e i gol a raffica di Salvatorino Frisenda. L’Igea aveva trovato stabilità e una dimensione consona a soddisfare una piazza esigente e calorosa.
Come un tornado la crisi del calcio siciliano non risparmiò nessuno e Barcellona, all’improvviso si ritrovo a dover ricominciare ogni cosa da capo. Ci vollero anni, oltre all’approdo in panchina di Peppe Raffaele, oggi fiero condottiero del Potenza, per ritrovare la Serie D e avversari blasonati contro i quali incrociare le lame.
Siamo nella stagione 2016/2017 il punto più alto della gestione Grasso. A Lentini con un perentorio 0-4 i giallorossi si sbarazzano senza troppi complimenti della corazzata Sicula Leonzio. La difesa meno perforata d’Italia massacrata dai colpi di Lescano, che quel giorno si porterà a casa il pallone, e dall’Oglio. Il girone di ritorno, tuttavia, sarà meno brillante e il 4 posto finale non rende pienamente giustizia a un gruppo granitico.
Dodici mesi più tardi l’asticella, sebbene il mercato smonti la squadra, si alzerà ulteriormente e i play off vinti in un altra piazza avrebbero significato ripescaggio e professionismo. Sarà, invece, l’inizio della fine, coronato, si fa per dire, dall’ultimo posto della scorsa stagione. Il progressivo disimpegno della famiglia grasso è il preludio al fallimento, inevitabile, dolorosissimo.
Ripartire significa campionato di Promozione e coincide con il cambio di denominazione del Terme vigliatore, adesso Asd Igea 1946. La matricola, in Eccellenza viene eredita dal Milazzo, ma quella è un’altra storia accomunata dall’identico drammatico epilogo.
Il presidente Barresi si prende una responsabilità notevole, conscio che bisogna immediatamente risalire la china. Sul longano, COSì, giungono rinforzi di lusso per la categoria. Chicco D’Anna, Genovese, Paludetti, Mondello, Gatto, Leo, Parisi, Puzone: la formazione tipo è un elenco di top player. A fronte però di grandi sforzi, l’avvio è deludente. Mimmo Moschella chiamato ad allenare il gruppo viene esonerato e sostituito da Peppe Furnari, sorprendentemente ancora senza panchina.
L’allenatore dopo due promozioni consecutive alla testa di Camaro e Città di Messina oltre a una clamorosa salvezza in Serie D, accetta l’ennesima sfida stimolante, porta il suo credo tra i giallorossi e inanella vittorie su vittorie. La classifica è rimessa in ordine, l’Igea comanda e l’Acquedolci insegue, mentre la pausa blocca sul piu bello la stagione e rinvia a data da destinarsi ogni scenario.
Si dovrà aspettare, ma una cosa è certa, Barcellona merita altri palcoscenici e manca tremendamente al calcio siciliano. Riportarla in eccellenza è un buon viatico, l’auspicio, però, è che rappresenti solo il primo passo di una cavalcata verso nuovi e più prestigiosi traguardi.

di NANNI SOFIA

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